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Di Rav Alberto Sermoneta, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Bologna

Al capitolo 23 del libro della Genesi, troviamo narrata la morte della matriarca Sara, moglie di Abramo.
Nel capitolo vengono narrate le peripezie di Abramo, per poter ottenere un pezzo di terreno per seppellire sua moglie, luogo che diventerà in seguito, nel corso della storia, la dimora e terra dei Patriarchi e delle loro mogli.
La grotta di Machpelah che si trova a Hebron è il simbolo per eccellenza del cimitero ebraico, è forse il primo cimitero della storia del popolo ebraico.

Infatti, nella tradizione ebraica, nonostante l’esaltazione al massimo del concetto di vita e della sua sacralità, il cimitero è considerato di altrettanta importanza.
Esso è considerato una testimonianza, nel caso in cui, Dio non voglia, sparisca la presenza ebraica da una certa località.
Una testimonianza della presenza passata, ma che vive attraverso il ricordo.
Nella tradizione ebraica è conosciuto con l’appellativo di Bet Ha-Chaim – casa della vita, in quanto la concezione di cessazione totale della vita, nel pensiero ebraico, non ha alcun valore.
La morte è considerata una fase della vita stessa; la conclusione di un ciclo e l’inizio di un altro.
L’anima, parte spirituale dell’essere vivente, torna al suo creatore, considerato la sorgente della vita, il corpo, attraverso la sua decomposizione, si congiunge ad altri elementi della natura, tornando così a vivere sotto altre forme.
Per questo motivo, il cimitero deve non essere visto come un luogo di morte o in un certo qual senso un posto dove si possa pensare soltanto alla eterna dimora, ultima di un essere umano, bensì ad un luogo dove ci si reca, per onorare i nostri cari e dove assolutamente ci si raccoglie per concentrarsi sulla loro vita trascorsa ed attingere da questo un insegnamento per la nostra vita presente e futura.
Questa è per noi ebrei la concezione della morte, ed è per questo che usiamo attribuire al cimitero una particolare importanza, considerandolo, insieme alla Sinagoga, luogo di incontro di una comunità attiva, un luogo sacro per la comunità in generale.