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Di Ines Levi Colla

Anno scolastico 1942-43. Classe Iª media. Non direi che l'appello (dato e non concesso che si sia mai fatto) portasse via molto tempo:
1) Franco Cesana (Il più giovane partigiano d'Italia, caduto eroicamente)
2) Massimo Dawid
3) Nella Padoa
4) Franco Saralvo


Tutti qui, tutti carini, educati, più o meno interessati allo studio; oggi i due ancora in vita sono ultrasettantenni....
L'atmosfera non era proprio allegra, né poteva esserlo, ma serena certamente sì, nche se eravamo abbastanza isolati, e l'ambiente non era molto accogliente né luminoso: si trattava di metà dell'atrio del Tempio, con le solite lapidi di marmo al muro, il piccolo lavandino, e la parete di vetro che ci divideva dalla classe IIa.
D'inverno una bella stufa di ghisa ci teneva “tiepidi”, ma serviva molto, soprattutto alla Nella per cuocere (o almeno per scaldare) la mela che le serviva da merenda.
Certo, facevamo anche la ricreazione, ma nelle ore di lezione si lavorava seriamente: storia, geografia, letture, temi, riassunti, tutto il programma previsto, ma soprattutto c'impegnava l'analisi logica, in previsione dello studio del latino, lo spauracchio dei bambini di Iª media.
Forse allora non ce ne rendevamo conto, ma quelle ore quasi “normali” ci aiutavano a conservare l'equilibrio in giornate che diventavano sempre più difficili.