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(…) Il valore della vita umana è enfatizzato dal fatto che la Bibbia descrive l’uomo come un essere creato “a immagine di Dio”. Secondo l’Ebraismo, ciò non significa che l’uomo è “fisicamente” uguale a Dio (anche perché gli ebrei non attribuiscono a Dio alcuna rappresentazione fisica), ma che ogni essere umano, come Dio, è depositario di un valore infinito.

Il Talmud afferma :” Chiunque attenta a una singola vita, è come se attentasse al mondo intero.” Questa affermazione riveste particolare importanza in un’epoca in cui ideologie di diverso tipo cercano di trovare vie atte a giustificare la soppressione di una vita umana. L’insegnamento ebraico ricorda che ogni esistenza è un “intero mondo” e che non ci sono motivi che possano giustificarne la soppressione.
Il fatto di riconoscere il valore della vita umana, non equivale a essere sostenitori di un pacifismo ad oltranza. Se qualcuno di presenta per uccidere, chi è in pericolo, secondo la Torah, deve far fronte alla cosa e uccidere il suo attentatore. In modo simile se qualcuno rappresenta una minaccia per la vita altrui, se non ci sono altri modi di difendersi, è lecito ucciderlo. La stessa logica ha portato i rabbini a ritenere lecito l’aborto quando il feto non ancora nato rappresenta un pericolo di vita per la vita della madre.
Nella tradizione ebraica, qualsiasi comandamento può essere violato quando è in gioco la vita di una persona. E’ fuori dubbio che anche gli Ebrei più ortodossi porterebbero qualcuno in ospedale, in giorno di sabato, se ciò fosse veramente necessario. Solo tre dei comandamenti principali (la proibizione dell’omicidio, dell’idolatria e dell’incesto) sono considerati talmente importanti da essere anteposti al dovere di salvare la vita di qualcuno.

Fonte: per conoscere l'ebraismo di Daniel Taub