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La festività di Succot verrà celebrata dal 30 settembre al 7 ottobre 2023 (vigilia il 29 settembre 2023).
Hosha'anah Rabbah cade il 6 ottobre e Shemini Atzeret il 7 ottobre.
Orario ufficiature per Succot
Acquisto lulav

In ricordo delle abitazioni instabili e precarie in cui il popolo (ebraico) dimorò nel deserto per quarant’anni, gli ebrei a Sukkoth costruiscono delle capanne seguendo disposizioni ben precise e dettagliate, fra cui quella significativa di ricoprire il tetto di fronde e di foglie per lasciarne una parte scoperta affinché vi si possa scorgere il cielo: un monito perché tengano sempre presente, ovunque le vicissitudini della vita li conducano, di lasciare simbolicamente anche nelle loro abitazioni usuali uno spazio da cui entri la luce di Dio.

Alle origini della festa
Sukkoth è la terza delle feste di pellegrinaggio. Alle feste di pellegrinaggio, oltre al significato religioso, si attribuisce anche un significato storico e agricolo. Esse sono legate tra di loro dal filo storico dell’uscita dall’Egitto e della permanenza nel deserto.
La festa di Pesach, cioè il momento dell’uscita dalla schiavitù, riveste indubbiamente una particolare importanza. Ma la gioia era oscurata sia dal peso delle vittime egiziane, sia dall’incognita di un futuro che prevedeva un lungo viaggio e una dura lotta per raggiungere e poter dimorare liberi e sovrani nella terra da Dio promessa. La consegna della Torah a Shavuoth aveva certamente lasciato gli animi del popolo turbati e intimoriti. Essa infatti impegnava all’osservanza non solo di leggi, ma anche di comportamenti totalmente nuovi e assai difficili, soprattutto se raffrontati a quelli di uso presso tutti gli altri popoli dell’epoca. (...)
Sukkoth era la festa di pellegrinaggio che in un certo senso simboleggiava la fine della sofferenza, l’acquisita comprensione e accettazione della Torah, la fine del lungo, faticoso, a volte doloroso pellegrinare nelle impervie vie del deserto, e il raggiungimento della Terra in cui finalmente il pensiero, a lungo maturato, si sarebbe trasformato in azione lieta e consapevole.
(...) Si viveva in terra di Israele l’anno agricolo. Gli ebrei erano infatti una popolazione prevalentemente agricola. A Pesach iniziava la mietitura dell’orzo, ma quella del grano era ancora lontana. A Shavuoth si iniziava la mietitura del grano e si raccoglievano le primizie, ma prima che giungesse il momento della vendemmia doveva trascorrere il lungo e spesso difficile periodo estivo.
(...) Sukkoth, hag ha-asif, festa del raccolto, dell’ultimo raccolto, quello autunnale, era quindi un momento di grande, totale gioia: con i magazzini ricolmi del raccolto appena terminato, si lasciavano alle spalle le preoccupazioni e ci si preparava ad attendere con serenità e letizia il lungo periodo di riposo fino all’arrivo della nuova stagione della semina.
La celebrazione
Come si costruisce una sukkah
La sukkah deve essere abbastanza ampia perché ci si possa vivere comodamente, ma non deve assumere l’aspetto di un’abitazione permanente.
All’interno l’ombra deve essere maggiore della luce. Un’attenzione primaria è riservata alla copertura della capanna da cui si deve intraveder il cielo.
Le pareti possono essere costituite da tende di stoffa. Le capanne devono essere gradevoli alla vista, quindi guarnite di ghirlande e di ornamenti. Molti tuttora appendono alle pareti e al soffitto rami d’olivo carichi dei loro frutti e di cedri, ghirlande di fichi e di melograni, e grappoli d’uva.
Sia alle pareti sia sul pavimento, vengono messi drappi, tappeti e lumi per rendere le capanne accoglienti come una casa.
Durante i giorni di Sukkoth ogni ebreo deve fare della capanna la sua abitazione principale, considerando la propria casa un’abitazione temporanea. Tuttavia se piove e l’acqua ce entra dalle aperture lasciate sul tetto, rischia di rovinare il cibo, si può consumar il pasto in casa.
Il lulav
E’ scritto nella Torah: “prenderete per voi nel primo giorno, un frutto di bell’aspetto, un ramo di palma, rami di mirto e di salice, e vi rallegrate davanti il Signore vostro Dio per sette giorni”. (Lv 23, 49). In base a quest’ordine per Sukkoth si prepara, il lulav, composto da un ramo di palma, tre di mirto, due di salice e, a parte, un frutto di cedro senza difetti. E’ uso dopo la benedizione in sinagoga, agitarlo in quattro direzioni: nord, sud, est e ovest, perché la benedizione di Dio raggiunga tutto il mondo.
Hosha'anah Rabbah
Il settimo giorno di Sukkoth (20 ottobre) è denominato Hosha’anah Rabbah: la grande richiesta di salvezza. E’ una giornata in cui ci si rivolge con particolare fervore alla clemenza del Signore.
(...) Questo giorno viene infatti considerato come quello in cui il Signore pone il suggello definitivo al giudizio iniziato a Rosh ha-shanah e che secondo, lo Zohar, testo fondamentale dell’interpretazione della Qabbalah, non si conclude definitivamente con il Kippur ma, in una specie di ultimo appello, nel giorno di Hosha’anah Rabbah.
Come per Kippur, si recitano le selichoth (suppliche), per implorare il perdono divino. Si compie inoltre una cerimonia connessa alla libazione dell’acqua: con in mano dei rami di salice e il lulav, si gira sette volte intorno all’altare cantando Hosha’anah (“oh salvaci!).

Shemini ‘atzereth
Nel brano del Levitico (23, 36) in cui è data la disposizione di festeggiare Sukkoth, appare una contradizione: prima la durata della festa viene fissata in sette giorni, poi si parla di un “ottavo giorno di radunanza” (Shemini ‘atzereth).
I Maestri ne hanno dedotto un interessante insegnamento. Durante i sette giorni di Sukkoth si pregava per ottenere la pioggia e un raccolto prospero. (...) Ed ecco che l’ottavo giorno il Signore si rivolge al popolo come un padre ai propri figli, e quasi lo prega: “Per sette giorni vi siete preoccupati del bene della vostra terra, e del bene dei vostri fratelli delle altre nazioni. Ebbene: rimanete ancora un giorno e dedicatelo completamente a me!”.

Fonte: "Le pietre del tempo" di Clara ed Elia Kopciowski