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"Ricordati del giorno dello Sabato per santificarlo. Lavora sei giorni e fa in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo sacro all’Eterno che è l’Iddio tuo. Non fare in esso lavoro alcuno né te, né il tuo figliolo, né la tua figliola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora entro le tue porte; poiché in sei giorni fece l’Eterno i cieli, la terra, i mari e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di riposo e lo ha santificato” (Es 20, 8-11).
Lo Shabbat è il settimo giorno della settimana (si comincia la settimana con la domenica). Comincia il venerdì sera al tramonto e finisce il sabato sera un’ora dopo il tramonto. La festività comincia la sera al tramonto come tutte le festività ebraiche perché è scritto nella Torah nella parte relativa alla creazione “E fu sera e fu mattina”.
Gli orari dello Shabbat dipendono quindi dal luogo dove uno si trova e dal momento dell’anno.


E’ uno dei principi fondamentali del giudaismo ed è riconosciuta come la festività più importante della vita ebraica. Siccome D. ha creato l’universo e tutto ciò che contiene in sei giorni e si è riposato il settimo, gli ebrei devono smettere ogni tipo di lavoro fatto durante la settimana quando viene la notte il venerdì sera, per consacrarsi totalmente a D., corpo e spirito, il santo giorno dello Shabbat.
Durante lo Shabbat, alcune attività sono vietate perché derivano dei principali lavori eseguiti nella costruzione del Tempio, esso stesso simbolo della creazione del mondo da D. Ma l’essenza dello Shabbat è di lasciare da parte i lavori della settimana per fare posto per D. in questo giorno in cui Ha terminato il mondo facendo posto all’uomo.
Esistono 39 lavori vietati durante lo Shabbat scritti nella Torah che sono quelli necessari alla costruzione del Tabernacolo. Riguardano soprattutto attività agricole, domestiche, di tessitura, cucitura, filatura, di accensione e spegnimento del fuoco, di preparazione dei cibi, di trasporto di oggetti dalla propria casa all’esterno e viceversa, di viaggio oltre una certa distanza e di commercio. Ad esempio, non si può accendere il fuoco forse perché il fuoco è fonte di creazione ma anche di distruzione.
Le attività permesse sono:
- far visita a parenti ed amici (purché raggiungibili a piedi considerati i problemi di trasporto)
- passare lo Shabbat con un proprio familiare
- assistere alla funzione in Sinagoga
- ospitare parenti ed amici a dormire per lo Shabbat (hachnasat orchim, ospitalità) o quanto meno per uno dei pasti
- cantare brani popolari e salmi
- leggere, studiare e discutere di Torah, i commentari, il Talmud, la Halakha e i Midrash
- secondo la Kabbalah (misticismo ebraico), avere rapporti sessuali tra marito e moglie.

Il giorno dello Shabbat deve essere l’occasione di rallegrarsi in famiglia, di svuotare lo spirito delle preoccupazioni e dei doveri materiali della settimana, di studiare la Torah e di accogliere nella sua casa e nella sua mente l’Oneg Shabbat, il benessere dello Shabbat, regalo interno di D. agli ebrei affinché seguano sempre il cammino del Creatore per portare sulla terra il regno del Bene.
Il Venerdì sera prima dell’entrata dello Shabbat vengono accese due candele le quali rimangono accese fintanto che non si spengono da sole. Sono il simbolo della “luce di D.” che di sabato entra per far risplendere la casa.
challahIl pasto del venerdì sera e del sabato pranzo sono generalmente abbondanti. Sono presenti sulla tavola la Challah (pane fatto a treccia) per la quale si fa la benedizione del pane e il bicchiere per il Kiddush (vino kasher per la benedizione del vino). Generalmente vengono predisposte sulla tavola due challah sotto una tovaglietta con la scritta Shabbat Shalom (Sabato di pace). Sono due per ricordare che nel deserto il venerdì gli ebrei raccoglievano la manna in dose doppie perché di sabato la manna non c’era perché era vietato raccoglierla. La challah è generalmente fatta a forma di trecce, anche fino a dodici per ricordare l’unione di D. con le dodici tribù d’Israele.
La preghiera dello Kiddush viene detta dall’uomo della famiglia riempiendo un bicchiere di vino. Questa preghiera afferma che il Sabato è un giorno di ricordo sia della creazione del mondo (Es 20, 8-11) sia dell’uscita dell’Egitto (Dt 5, 12-15).

torahOgni Shabbat in sinagoga si legge la Parasha, brano settimanale della Torah, e la Haftarà, un brano dei Profeti. La Torah è divisa in 54 porzioni. L’ultima (vézot haBerakha) è letta il giorno di Sim'hat Torah (festività).
Per segnare la fine dello Shabbat sabato sera, si fa la Havdalà, cerimonia di “separazione”. Questa si fa recitando un’apposita formula chiamata Attà Cholantanu e con quattro berachot (benedizioni). Occorrono un bicchiere di vino, dei rami profumati o un profumo e una candela accesa.
“Chi desidera entrare nella santità del giorno deve prima, deporre la profanità e il chiasso del commercio, il giogo della fatica. Deve allontanarsi dallo stridore dei giorni dissonanti, dal nervosismo e dalla furia dell’acquisire e dal tradimento perpetrato per prevaricare sulla sua stessa vita.
Deve prendere congedo dal lavoro normale e imparare a comprendere che il mondo è stato giù creato e sopravvivrà anche senza l’aiuto dell’uomo.
Per sei giorni della settimana noi lottiamo con il mondo, spremendo profitto dalla terra, il sabato ci interessiamo con cura speciale dei semi dell’eternità piantati nella nostra anima.
Al mondo diamo le nostre mani, ma la nostra anima appartiene a Qualcun Altro.
Per sei giorni della settimana noi cerchiamo di dominare il mondo, nel settimo cerchiamo di dominare il nostro io”


Abraham Joshua Heschel, il Sabato, Rusconi