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Di Rav Alberto Sermoneta

La parashà ha inizio con le lodi che il Signore tesse per Pinechas, che grazie al suo comportamento zelante, riporta l’ordine morale in mezzo all’accampamento del Popolo d’Israele, uccidendo pubblicamente coloro che si erano macchiati della colpa di prostituzione con le donne moabite.
Nessun commentatore riesce a dare una interpretazione precisa ed esaustiva alle tante domande che ci si pone di fronte ad un atto così cruento tanto più perché richiesto da D-o.


Di Rav Alberto Sermoneta

“Pinechas figlio di El’azar figlio di Aaron il sacerdote ha fatto tornare in me l’ira da mezzo al popolo, nel vendicarmi in mezzo a loro e per questo non ho sterminato i figli di Israele a causa della mia ira”.
Inizia con queste parole la parashà di questo shabbat;  parashà che prende il nome da questo uomo , Pinechas appunto, nipote di Aaron, il sommo sacerdote, il quale era insorto uccidendo un uomo ebreo che stava facendo idolatria con una prostituta moabita.
La storia ci viene raccontata alla fine della parashà di Balak, che abbiamo letto la settimana scorsa; perché mai la Torà torna ad affrontare questo argomento?


Di Rav Alberto Sermoneta

“Pinechas figlio di Elazar, figlio di Aaron il Sacerdote” è così che la Torà ci presenta questo personaggio, definito “mekannè – vendicatore” del popolo, in quanto uccise un ebreo che pubblicamente stava facendo atto di prostituzione pagana, con una donna moabita e quindi offendendo e danneggiando il popolo stesso.
La Torà inizia questa parashà con il riscontro positivo che il Signore dà a Pinechas, dicendo:”ha fatto ritornare la mia ira dai figli di Israele, nel vendicare la mia vendetta e per questo non ho distrutto tutti i figli di Israele a causa della mia ira”.
Da ciò si evince un qualcosa che va oltre il racconto dell’ebreo con la donna moabita, un qualcosa di ben più grave.Perché proprio Pinechas insorge così all’improvviso per compiere questo atto di zelo? Chi era costui? Rashì commenta dicendo che, da quel momento Pinechas era deriso in mezzo al popolo e disprezzato a causa di suo padre Elazar che aveva sposato una figlia di Potiel discendente di Itrò che conduceva i vitelli da offrire al culto pagano.


Di Rav Alberto Sermoneta

“Pinechas figlio diEl’azar figlio di Aaron il sacerdote ha fatto tornare in me l’ira da mezzo al popolo, nel vendicarmi in mezzo a loro e per questo non ho sterminato i figli di Israele a causa della mia ira”.
Inizia con queste parole la parashà che leggeremo questo shabbat, parashà che prende il nome da questo uomo Pinechas, nipote di Aaron, il sommo sacerdote, il quale era insorto uccidendo un uomo ebreo che stava facendo idolatria con una prostituta moabita.
La storia ci viene raccontata alla fine della parashà di Balak, che abbiamo letto la settimana scorsa; perché mai la Torà torna ad affrontare questo argomento?


Di Rav Alberto Sermoneta

La parashà inizia con le lodi che il Signore tesse per Pinechas, il quale attraverso il suo comportamento zelante, riporta l’ordine morale in mezzo all’accampamento del popolo di Israele, uccidendo pubblicamente coloro che si erano macchiati della colpa di prostituzione sacra con le donne moabite.
Nessuno dei commentatori, riesce a dare una interpretazione precisa e che possa esaudire le tante domande che ci si pone dinnanzi ad un atto così cruento e, tantomeno richiesto da D-o.
Una probabile spiegazione, potremmo darcela soltanto leggendo qualche passo più avanti, l’episodio in cui il Signore comanda a Mosè di investire pubblicamente Giosuè, prima della sua morte, della carica di nuovo condottiero del popolo.
E’ probabile che l’atto compiuto da Pinechas, figlio di El’azar, nipote di Aaron, fosse stato fatto appositamente per mettersi in “evidenza” dinnanzi al popolo, in quanto si andava facendo ormai cosa pubblica, la morte di Mosè e quindi la designazione del sua successore.