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Di Rav Alberto Sermoneta

Scritto in occasione dello Shabbat del 20 ottobre 2012
La parte fondamentale della parashà tratta degli eventi riguardanti il Diluvio Universale.
Appena uscito dall’arca, il Signore stipula con Noè un patto eterno, cioè quello di non distruggere mai più il mondo che aveva creato, a causa delle malefatte dell’uomo.
Nel libro di Bereshit, leggeremo più volte di patti stipulati fra D-o e coloro che saranno i grandi
uomini della storia dell’epoca.
Ognuno di questi patti è suggellato da un segno che ha a che fare con il tipo di patto stabilito fra D-o e l’uomo; nel caso in questione il simbolo è l’arcobaleno.

Nel momento in cui Noè si accinge ad accettare il patto con D-o, alzando gli occhi al cielo, vede questo arco “keshet” che simboleggia la rappacificazione fra D-o e l’uomo.
Perché proprio l’arcobaleno?
Era un’usanza dei popoli antichi fronteggiarsi in guerra e quando decidevano di rappacificarsi, giravano verso se stessi le armi, come segno di volontà non bellicosa. Il diluvio può essere considerato in un certo senso, una guerra di D-o contro l’umanità che si comporta in modo maligno nei Suoi confronti, che consiste nel diluvio che spazza la malvagità dalla terra.
Dopo aver fatto giustizia D-o riappacificandosi con l’Umanità, dà loro un segno di non belligeranza che in questo caso è simboleggiato proprio dalla Sua arma di quel momento che è la pioggia e che
può essere rappresentata dall’arcobaleno rivolto verso Se stesso. “…Lo osif ‘od le kallel et ha adamà ba ‘avur ha adam – Lon distruggerò più la terra a causa dell’uomo” è questo una solenne promessa di D-o che ha lo scopo di rassicurarci sulla sorte del nostro pianeta, che non verrà più distrutto da D-o come avvene al tempo di Noè, sta ora a noi esseri umani a sapercelo tener da conto...

Shabbat shalom