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Di Rav Alberto Sermoneta

“Voi siete oggi tutti quanti presenti davanti al Signore vostro D-o...." (Devarìm 29;9)

Di Rav Alberto Sermoneta

Vajelekh Moshè - E andò Moshè" (Devarìm 31;1)
La nostra parashà inizia con le parole "Vajelekh Moshè - E andò Moshè" (Devarìm 31;1).

Di Moshè Marco Del Monte

Nella parashà settimanale Moshè, prossimo alla sua dipartita, riunisce il popolo per rinnovare il patto tra Kadosh Baruch Hu e il popolo d’Israel.

Di Marco Del Monte

Questo Shabbat, l’ultimo dell’anno, leggeremo due parashot: Nitzavim e Vajelech. La scorsa settimana abbiamo letto la Parashà di Ki Tavò, parashà che contiene oltre le benedizioni, molte, novantotto, apparenti maledizioni. Spiegano i Chachamim che di solito questa parte della Torà si legge prima di Rosh Hashanà poiché a Rosh Hashanà recitiamo nella preghiera di Achot Ketanà la frase, Tichlè Shanà veKilelotea, Tachel Shanà Uvirchotea, che significa finisca l’anno con le sue maledizioni ed inizi l’anno con le sue benedizioni.


Di Rav Alberto Sermoneta

"Attem nizzavim ha jom kullekhem lifnè À Elo-hekhem - Oggi voi siete tutti presenti dinnanzi al Signore vostro D-o"
Così inizia la parashà che leggeremo questo shabbat, che è l'ultimo shabbat dell'anno.Rashì spiega l'inizio anomalo della parashà "oggi voi siete tutti presenti..." dicendo:

"Il popolo, all'ascolto delle kelalot si era talmente spaventato che aveva manifestato l'idea di rimanere nel deserto".
Mosè cerca allora di incoraggiarlo dicendogli che, nonostante le maledizioni, nulla potrà completamente distruggerlo, perchè il Signore ha giurato al popolo eternità.


Di Rav Alberto Sermoneta

Con queste due parashot , si conclude l'anno ebraico. Questo è infatti l'ultimo sabato prima di Rosh ha Shanà.
"Attem nizzavim ha jom cullechem lifnè A' Elo-hechem - voi siete oggi davanti al Signore vostro
D-o" così inizia la prima delle due parashot. Mosè, prima di morire, convoca tutto il popolo ai confini del deserto, raccomandando loro, quando entreranno di lì a poco nella terra di Israele, di comportarsi secondo ciò che il Signore ha comandato nella Torà.
Poi chiama Giosuè e alla presenza di tutto il popolo, lo investe dell'incarico di condottiero voluto dal Signore.


Di Rav Alberto Sermoneta

Le parashot di Nizzavim e Va jelekh possono considerarsi l'ultimo discorso che Mosé rivolse al popolo prima di accomiatarsi definitivamente.

Come un padre, forse ancor più che un Maestro si raccomanda a loro per il comportamento da tenere sulla Terra di Israele, dove finalmente stanno per entrare.
Il comportamento in base alle mizvot della Torà è fondamentale per la lunghezza della permanenza del popolo sulla terra di Israele, proprio secondo quanto si è letto nella parashà della scorsa settimana.
A proposito di quella parashà, i commentatori fanno notare che la parashà di Nizzavim, inizia con una espressione al tempo presente: " attem nizzavim ha jom cullechem lifne' A'..... - Ecco voi siete oggi tutti presenti dinnanzi al Signore".