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Di Rav Alberto Sermoneta

Nella parashà di Itrò, la Torà ci racconta in modo dettagliato la manifestazione sinaitica e la promulgazione del Decalogo, all’inizio del terzo mese dall’uscita dall’Egitto.
La manifestazione sul Sinai è però preceduta da eventi collaterali, che hanno sicuramente a che fare, sia con il momento in causa, sia con l’organizzazione della vita del popolo durante il viaggio nel deserto.
La cosa che incuriosisce gli esegeti è che la parashà, forse più importante della Torà è intitolata ad un non ebreo, tanto più pagano e, come Itrò, sacerdote delle divinità pagane.
Addirittura la Torà, più volte specifica che Itrò era il suocero di Mosè; questo, secondo gli esegeti vuole insegnarci che, proprio per la vicinanza del suo nome con quello di Mosè la sua importanza era fondamentale, in seno al popolo.

Itrò consiglia a Mosè di nominare delle persone che possano aiutarlo ad amministrare la vita del popolo, affinché non faccia da solo, perché questo, gli provocherebbe sicuramente una vita insopportabile.
Il nome Itrò, infatti, deriverebbe dalla parola “ieter” che in ebraico significa “in più” in quanto Itrò seppe essere di aiuto fondamentale a Mosè, sia come suocero – a livello famigliare, sia come persona di consiglio riguardo il popolo.
Si dice che Itrò, essendosi reso conto, dopo studi accurati sulle religioni, della Onnipotenza divina, dell’unico D-o, avrebbe fatto una conversione all’ebraismo, riconoscendone tutti i suoi principi.
Infatti, esplicitamente egli dinnanzi a tutto il popolo esprime una frase che racchiude tutti i fondamenti dell’ebraismo e della conversione ad esso:
“Vajomer Itrò barukh A’ asher hizzil etkhem mijad Mitzraim u mijad parò….. E disse Itrò: benedetto sia il Signore Iddio che vi ha salvati dalla mano dell’Egitto, dalla mano del faraone..”
In questa espressione, non c’è solo il riconoscimento di D-o come unico D-o, bensì anche ciò che ha operato sull’Egitto, per salvare il popolo ebraico; stesso concetto che verrà poi ribadito, da D-o stesso, nel momento in cui pronuncerà il primo dei Dieci Comandamenti:
“Anokhì A’ Elohekha asher hozzetikha meretz Mitzraim mi bet avadim – Io sono il Signore D-o tuo che ti fece uscire dalla terra d’Egitto dalla casa degli schiavi”

Shabbat shalom