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Di Rav Alberto Sermoneta

Nella parashà viene descritta la cerimonia culminante dell'inaugurazione del Mishkan - il Tabernacolo mobile del deserto, iniziata il primo del mese di Nissan, del secondo anno dall'uscita del popolo ebraico dall'Egitto.
Nella parte centrale della parashà, la Torà ci detta una lunga lista di animali: quadrupedi, volatili e pesci, definiti tehorim - puri o temeim - impuri; in seguito dirà: "questi sono gli animali che mangerete e questi sono quelli che non mangerete".

La lista è assai dettagliata, ma è invece omessa la motivazione del fatto che, alcuni di essi siano permessi e altri proibiti.
Uno dei motivi principali delle regole della kasherut è quello di distinguerci dagli altri popoli, ma soprattutto distinguere il modo di alimentarsi dell'uomo da quello degli animali.
Sin dagli ultimi capitoli del libro di Bereshit, notiamo che gli ebrei osservavano delle regole diverse dagli altri popoli, riguardo l'alimentazione; quando viene descritto l'incontro di Giuseppe con i suoi fratelli in Egitto, si narra che essi furono invitati a pranzo da Giuseppe e che, stando seduti in tavola, si trovavano in disparte dagli egiziani, i quali - come è detto nel testo (Genesi 43 v. 32) "E posero (il cibo) a lui da solo e a loro da soli, poiché non potevano mangiare gli egiziani cibo con gli ebrei, perché per essi era cosa abominevole"; questo è detto riguardo agli egiziani che non mangiavano insieme agli ebrei, in quanto non potevano cibarsi di carne, mentre gli ebrei non avevano questo divieto.

Ogni popolo ha le sue regole che lo distinguono da un altro, tanto più il popolo ebraico che ha, riguardo l'alimentazione, delle regole molto rigide.
Immediatamente prima dell'elenco degli animali, permessi e proibiti, troviamo un ordine che riguarda i cohanim, i quali non potevano bere vino o sostanze inebrianti, prima di svolgere le loro mansioni.
Il divieto verrà in seguito, esteso anche a tutto il popolo, in quanto è proibito bere vino insieme ad altra gente, fuori della propria abitazione.

Il cibo e il vino sono motivo di socializzazione, per cui, secondo la Torà ed in seguito i nostri Maestri sono considerati un qualcosa di strettamente intimo, famigliare.

Il vino è inebriante e induce a esternare cose che potrebbero portare ad effetti negativi nei confronti di chi beve e dice cose riservate:"nikhnas jain jazzà sod - entra vino ed esce ciò che è segreto" insegnano i Maestri del Talmud.
E' bene che il sod - il segreto, le cose strettamente riservate, rimangano tali, così come il mangiare insieme, porta ad una confidenza tale che poi ci si può lasciar andare in esternazioni pericolose.
Il popolo di Israele è considerato "mamlekhet cohanim ve goi kadosh - reame di sacerdoti e popolo distinto" il nostro compito quindi è distinguerci nel bene e mai nel male.
Come i cohanim che erano i capi del popolo e dovevano avere un atteggiamento distinto e elevato riguardo al resto degli ebrei, così noi ebrei dobbiamo avere lo stesso atteggiamento dei cohanim, rispetto agli altri popoli.

Shabbat shalom