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Di Rav Alberto Sermoneta

Sono due le parashot che leggeremo questo shabbat ed entrambe potrebbero essere considerate un trattato di medicina e dermatologia. Naturalmente l'intento della Torà, non è quello della medicina ma di voler insegnare qualcosa di ben più profondo.
Nella parashà di mezzorà, la seconda delle due, si tratta di una malattia della pelle (per così dire), che colpisce in modo particolare chiamata dalla Torà zara'at e tradotta in modo superficiale lebbra.
Nel talmud di Arakhin (15b) si insegna che la parola stessa spiega la causa della malattia : MEZZORÀ - MOZZÌ SHEM RA che fa uscire una cattiva fama, ossia fa: lashon ha ra.
La cura per la mezzorà era l'isolamento; colui che ne era colpito, doveva essere tenuto in isolamento, sette giorni che poi venivano interrotti se il malato era guarito, ma potevano essere anche prolungati di altri sette e così via.
Colui che era colpito da questa malattia, non doveva fare cure speciali, se non quella di vivere isolato. L'isolamento aveva la funzione di causare in lui una forte riflessione interna fino a pentirsi di ciò che aveva fatto e con una sincera teshuvà, sarebbe guarito.
La lebbra, la zara'at erano contagiose, esattamente come contagiosa è la lashon ha ra, che non è la mera maldicenza, ma il comportamento malato di una persona verso il suo prossimo o addirittura, verso la società.
È mortale, perché può procurare la morte - fisica o morale - per chi la fa e per chi la riceve.

Shabbat shalom