Di Rav Alberto Sermoneta
SHABBAT HA GADOL
"Hinnè Anokhì sholeakh lakhem et Elihà ha navì lifnè bo jom A' ha gadol ve ha norà"
Ecco Io sto inviando a voi il Profeta Elia, prima della venuta del giorno del Signore, grande e terribile".
Questo è l'ultimo verso della haftarà che leggeremo questo shabbat e che da il nome ad esso: shabbat ha gadol.
È il sabato, oltre che del grande evento, anche della speranza.
Per il popolo ebraico, nulla ha avuto mai tanta forza, quanto la speranza che il domani sia migliore di oggi.
Per secoli e secoli, anche proprio riguardo la festa di Pesach, all'inizio della Haggadà, ci si augura "le shanà ha bahà birushalaim - l'anno prossimo a Gerusalemme! " anche quando Gerusalemme esisteva soltanto nella mente e nel desiderio degli ebrei.
La festa di pesach, segna la prima tappa, forse quella fondamentale, alla definizione di popolo, ma soprattutto segna l'ideale più importante per un popolo - la libertà.
La festa di pesach - zeman cherutenu - è chiamata dai Rabbini del talmud atchaltà degullà - l' inizio della redenzione, in attesa di una redenzione finale, che giungerà portando finalmente salvezza e pace, al nostro popolo.
Il sabato del "grande evento" come lo definiscono i maestri del talmud, alludendo a quella prova che i nostri padri, ancora schiavi in Egitto, seppero dare all'umanità, mettendo in pratica ciò che D-o gli comandò, correndo il rischio di una insurrezione degli egiziani, contro di loro, per aver fatto ciò che gli egiziani stessi, non vedevano di buon occhio - il korban pesach.
La forza del nostro popolo è l'unità, anche e soprattutto davanti ai pericoli dell'oppressione, fisica e morale, come fu in Egitto e come è sempre stato nei millenni della nostra storia; quando ogni volta fu tentato dai nostri nemici di sterminarci, togliendoci qualsiasi diritto alla libertà, fisica e morale.
È per questo che abbiamo il dovere di insegnare alle generazioni più giovani, quanto male, nel corso della nostra storia ci fu fatto, per cancellare il nostro nome e il nostro ricordo.
Possa il Signore farci godere della Sua benevolenza e farci gioire della venuta del Mashiach che porterà la fine delle nostre sofferenze, amen.