Di Rav Alberto Sermoneta
Shabbat HaGadol
“Un fuoco eterno farai ardere sull'altare non lo spegnerai"
Con queste parole inizia la parashà di Tzav, parole che si prestano a molteplici interpretazioni.
Nella haftarà che leggeremo questo shabbat particolare, che è quello che precede la festa di Pesach, troviamo scritto:
" E farà ritornare il cuore dei padri sui figli e quello dei figli ai loro padri".
Che nesso c'è fra il verso della Torà sopracitato e quello che conclude la haftarà di shabbat ha gadol?
La Torà pone come condizione necessaria, per godere della libertà ottenuta dagli egiziani, quella di narrare ciò che è avvenuto in Egitto, ai propri figli e far sì che essi si considerino, anche dopo millenni, come se fossero stati liberati personalmente dalla schiavitù.
Il concetto di memoria nella tradizione ebraica è fondamentale per garantire il nostro futuro. I genitori, i maestri, gli educatori hanno il dovere di trasmettere la nostra storia, per farla conoscere a chi non l'ha mai vissuta, non in modo passivo, ma rendendoli partecipi e coinvolti.
Questo comportamento può paragonarsi al "fuoco" che non si spegne se alimentato continuamente. Tamid - l'eternità, ha invece una diversa funzione, che consiste nel mantenere viva la memoria: le nuove generazioni che hanno, a loro volta, il dovere di assimilare ciò che hanno recepito e, una volta fatte proprie, prendersi l'onere di trasmetterle a chi viene dopo di loro.
I genitori hanno il dovere di insegnare la Torà ai propri figli, ma quando questo non avviene, sono i figli che debbono assumersi l'onere di coinvolgere i propri genitori all'osservanza delle mizvot.
La Haggadà che leggeremo nelle due sere di Pesach ha lo scopo di narrare ai figli la storia dell'uscita dall'Egitto:
"Schiavi fummo del faraone in Egitto"; questo è l'inizio della storia, che il più vecchio della famiglia narra davanti alla tavola imbandita; ma se il più piccolo non chiede "Ma nishtannà ha laila ha zé miccol ha lelot? - In che cosa differisce questa sera dalle altre sere? " insieme alle quattro domande, la lettura della haggadà non ha valore.
Il vecchio ha il dovere di tramandare la memoria, ma il protagonista principale è il bambino. Per questo motivo la halakhah prevede che, anche se uno celebrasse da solo la cena del seder e da solo leggesse la haggadà, fosse il più grande dei rabbini, deve assolutamente leggere il brano di ma nishtannà.
Questo è il fuoco (esh) che però ha bisogno anche della parte di combustibile (tamid) per garantire la trasmissione della memoria.
Un uomo non è padre se non ha i figli, così come i figli non possono essere figli se non hanno un padre.
Shabbat shalom e Pesach kasher ve sameach