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In occasione del Limmud di Bianca Colbi Finzi

Ho conosciuto Bianca nel luglio del 1965. Tornati dal viaggio di nozze la nostra prima casa “provvisoria” è stato un piccolo alloggio ammobiliato a Marina Romeo: due case distanti da quella di Bianca e tre da quella degli Heiman.
Bianca sapeva già tutto di noi ed era molto contenta di poter aver una giovane nell’Associazione che si chiamava allora solo ADEI (Associazione Donne Ebree Italiane).
C’era ancora Wanda Ascarelli e gli incontri settimanali in comunità erano ancora caratterizzati da un tipo di vita metodica e con meno affanno. Si prendeva il tè mentre le socie più anziane lavoravano a cuscinetto. Si parlava di libri di educazione e cultura ebraica. Bianca era sempre pronta, sempre attiva. Aveva una grande capacità di capire l’essenzialità dei problemi e la capacità di risolverli più una mente precisa ed organizzativa. Presto divenne Presidente Nazionale dell’ADEI diventata ADEI-WIZO. WIZO sta per “World International Zionist Organisation”. Dico questo perchè una socia diede le dimissioni in quanto non si sentiva Zionist e né vicina ad Israele.
Ci fu molto trambusto e anche dolore ma ci fece riflettere.
Bianca sapeva anche mettere da parte il suo campanilismo per l’ADEI-WIZO e collaborare nella raccolta fondi durante le campagne di emergenza. Ricordo il 1967, 1973 e “Tappeto volante” per gli ebrei etiopici. Allora ho lavorato molto con Clara Zuckermann, poi Emilia Finzi e l’Ing. Guido Rimini.
Bianca contattava le amiche che donavano all’ADEI-WIZO, convincendole a devolvere le offerte al Keren Hayesod. Di fronte al pericolo ci compattavamo.
Poi sono arrivati gli anni di apertura alle scuole, agli incontri in Regione, in Comune.
Il problema dei libri di testo, il problema delle festività, il problema dell’ora di religione, il problema delle preghiere mattutine negli asili e nelle scuole elementari non erano né sentiti, né capiti. Eravamo l’unica mini-minoranza in mezzo al blocco granitico di cattolici e comunisti e intanto incominciavamo gli anni dei primi immigrati.
I Repubblicani e i pochi Liberali di Bologna non avvertirono quali cambiamenti sarebbero avvenuti nella società italiana e nelle sedute comunali e quindi non ebbero il coraggio di lottare per una vera scuola laica.
Sia io sia Bianca ne rimase molto delusa: ma bianca continuò a lottare e a credere nel cambiamento.
Le visite delle scuole in Comunità aumentavano e anche le richieste di visite alle scuole.
Bianca era sempre disponibile, sempre attenta, sempre sensibile. Lavorava per i bimbi e per il futuro, ma non dimenticava il passato. I cimiteri dove riposavano i “ragazzi della Brigata Ebraica” era da lei visitati: Castiglione dei Popoli, il cimitero polacco di Bologna e Piangipane per citarne alcuni.
Sono stati anni di intenso lavoro e di grande collaborazione. Bianca mi è stata di appoggio, di esempio. Anche se a volte le nostre idee potevano essere diverse non è mai mancato “il rispetto e l’affetto”.
E’ una ricchezza che porto con me.
Grazie Bianca.