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Di Rav Alberto Sermoneta

Il mese di Elul è l'ultimo mese dell'anno ebraico; esso è considerato un mese assai particolare, sia perché è quello che precede Rosh ha Shanà e Kippur- considerati Jamim noraim, giorni terribili, sia per l'importanza che ha in esso.

Se andiamo a studiarne l'importanza, troviamo interesse nel suo significato sin dai tempi della Torà.

Infatti questo mese, è quello in cui, dopo l'episodio del “vitello d'oro” e la conseguente rottura delle Tavole della Legge da parte di Mosè, la punizione di coloro che si erano macchiati di questa colpa e la preghiera eccezionale che Mosè rivolge a D-o, il Signore chiama nuovamente Mosè sul Sinai per concedere al popolo le seconde Tavole.
Se in occasione delle prime Tavole, durante il periodo in cui Mosè era sul Monte a ricevere la Torà il popolo dice ad Aronne : “ Fa per noi una guida che cammini dinanzi a noi...”(Esodo 32), nell'episodio in cui si racconta della concessione delle seconde Tavole è scritto: “scolpisci per te due tavole di pietra come le prime” (Es.34).
C'è da notare che nel secondo Comandamento, quello in cui si proibisce l'idolatria ribadendo il monoteismo è detto:” Lo ta'asè lekhà pesel” “non fare per te alcuna statua”; nell'episodio delle seconde Tavole è detto: “Pesol lekhà shenè luchot avanim” “scolpisci per te due tavole di pietra”.
Sia in un episodio che nell'altro, sia in un senso che nell'altro, viene usato lo stesso termine, derivante da un'unica radice verbale P S L che vuol dire in un caso scultura (quindi divieto assoluto), per l'altro scolpisci, inteso come imperativo divino, riguardo un qualcosa che deve essere sacra e di origine divina.
“Non hai tu alcun permesso di scolpire cose divine (pagane), non hai alcun permesso tu uomo di andare alla ricerca di altre leggi o regolamentazioni, ma scolpisci per te soltanto le tue Tavole, scolpisci il tuo cuore per accettarle e fa che il tuo cuore sia come la pietra per poter scolpire in esso quelle parole che saranno per te l'unica tua guida.”
La differenza che vi era fra le prime e le seconde Tavole è il modo e l'approccio che il popolo ha avuto con esse. Nell'episodio inerente la donazione delle prime Tavole, il Mattan Torà, è detto che “ la scrittura è la scrittura di D-o” e “le tavole erano opera divina”.
C'è un impatto diretto in una realtà a cui il popolo non è ancora abituato a confrontarsi; esso è appena uscito dall'Egitto, abituato a vivere a contatto con una realtà totalmente diversa, in mezzo ad un paganesimo estremo come in nessuna altra nazione avveniva. Ora invece si trova a ricevere quasi come una forzatura estrema, qualcosa che è divina ma che dall'altro canto si trova in una dimensione totalmente nuova per essi.
Non sono quindi in grado di rendersi conto della loro sacralità ma soprattutto non sono in grado di recepire qualcosa che non è alla loro stregua.
Nell'episodio delle seconde tavole, vi è un passaggio graduale da una dimensione umana, il marmo, la pietra, scolpita per uno scopo divino, dove poi in seguito Iddio scriverà di “Suo Pugno” i Comandamenti come erano scritti sulle prime Tavole.
Che nesso c'è fra l'interpretazione rabbinica dei due opposti significati del termine P S L?
Nel cuore dell'uomo c'è la volontà di crearsi un dio a sua immagine e somiglianza, che possa essere presente quando ne abbiamo bisogno, ma che non ci ponga dei limiti attraverso leggi o divieti.
Una divinità che difenda le nostre contese senza essere imparziale, perché appartiene soltanto a noi; che ci sia da guida soltanto quando ne abbiamo la necessità, cosi come il paganesimo egizio, attraverso le numerose divinità esprimeva tutto ed il contrario di tutto, permettendo all'uomo di comportarsi sempre secondo quella che era la propria volontà ed il proprio egoismo senza badare a nessun altri se non a se stessi.
A tutto ciò il popolo ebraico ha posto attenzione soltanto dopo essersi reso conto del danno che aveva provocato nel far rompere le prime Tavole e della imparzialità dell'unico D-o che non ha un volto e che non è in alcun modo rappresentabile se non con il comportamento nei confronti del suo prossimo e di se stesso.
Ma c'è anche una presa di coscienza da parte di D-o il Quale acconsente a che Mosè abbia rotto le Tavole, in quanto non era possibile che degli esseri umani, provenienti da quattrocento anni di schiavitù presso un popolo pagano come l'Egitto, fossero in grado di entrare in una dimensione di sacralità così alta.
I giorni del mese di Elul e quelli successivi di Rosh ha Shanà e Kippur, debbono avere un po' la stessa funzione di quanto descritto sopra perché, in previsione di questo periodo così fondamentale per noi ebrei, nei confronti di noi stessi, ma soprattutto nei confronti del nostro prossimo abbiamo il dovere di scoprire attraverso questo atto di Pesol lekhà Scolpisci per te, nelle nostre coscienze quel lato buono e umano che ci faccia rendere conto delle nostre azioni per poterle risanare attraverso la teshuvà, che non è il pentimento ma la presa di coscienza delle nostre azioni.
Le Selichot che secondo alcune tradizioni del nostro popolo vengono recitate in tutte queste notti, dal primo di Elul alla vigilia dello Jom Kippur, sono un aiuto a portarci a queste considerazioni fondamentali alla teshuvà.
Scrive un Maestro di Israele che come ogni malattia ha bisogno di medicine e di un periodo più o meno lungo per guarire, così il nostro comportamento sbagliato ha bisogno di medicine e un periodo per guarire; quelle medicine sono le selichot il periodo è quello che va dal primo di Elul fino a Jom Kippur.