Di Moshè Marco Del Monte
La parashà di questo Shabbat non segue l’ordine delle parashot settimanali. Infatti, in questo Shabbat leggeremo nel primo sefer una parte della Parasha Ki Tissà.
Fra gli argomenti che si leggono nella parashà, troviamo il comando di Hashem di scolpire le seconde Tavole della Legge, e i tredici attributi di misericordia. Possiamo domandarci perché leggiamo proprio questa Parashà in questo Shabbat di Sukkot, alla vigilia di Hoshanna Rabbà. Credo che Sukkot ci presenti grandi temi morali anche attraverso gli oggetti rituali in uso durante la festa: La Sukkà, una semplice capanna, “l’abbraccio di D.o”, come a volerci insegnare di tornare allo stato naturale, senza troppe sofisticazioni e sovrastrutture, semplicemente facendoci cullare dall’Eterno, nella gioia e certezza di una stabilità puramente spirituale; Le quattro Specie, dove prese singolarmente non danno la possibilità di benedire, SOLO UNITE creano quella forza spirituale che fa discendere l’abbondanza Divina. A volte, non si riesce a tenere unito il Lulav, ma Hashem ci insegna in questa Parashà la forza della Misericordia (tredici attributi) e ci dice che anche se si è sbagliato, e anche gravemente la prima volta (rottura delle tavole), si Deve Sempre concedere una seconda volta, addirittura se si tratta delle Tavole della Legge. E così Hoshanna Rabbà viene chiamato “Kippur Katan” “Un Piccolo Kippur”, un ulteriore possibilità di cancellare le nostre trasgressioni. Nella Parashà si usa la particella “Nah” “Deh”: “Im Na matzati chen” Se (Deh) ho trovato grazia ai tuoi occhi” ,“Odieni Na et derachecha” “Mostrami (Deh) le tue vie”, non a caso anche nel giorno di Hoshanna Rabbà diciamo “Hoshia Na” “Deh Salvaci”. “Na” in ghematria vale 51, se si contano i giorni dal primo di Elul, giorno in cui Moshè sale sul monte per chiedere una seconda possibilità per il popolo, il cinquantunesimo giorno è proprio Hoshanna Rabba. Il Signore D. concede sempre la possibilità di ritornare (teshuvà) sui propri passi e di riconciliarsi, Impariamo “Deh” il Suo Esempio.
Shabbat Shalom e Moadim Lesimchà