Di Rav Alberto Sermoneta
Nella parte centrale della nostra parashà, la Torà ci racconta in pochissimi versetti un episodio che ha del curioso.
"Eldad u Medad mitnabeim ba machanè - Eldad e Medad profetizzavano nell'accampamento".
Il testo continua a raccontare che Giosuè, preso da una forma di riguardo per Mosè, si sia recato da lui e gli abbia chiesto di arrestare i due profetizzanti.
È invece assai saggia l'inattesa risposta che Mosè dà a Giosuè:
"Sei forse geloso tu per me? Magari tutto il popolo di D-o fosse profeta! Poiché il Signore ha posto in ognuno di essi il Suo spirito."
Questa risposta è sintomo di grandezza. Mosè non si sente affatto offeso da ciò che Giosuè gli dice, anzi è piuttosto felice di sentire che qualcuno metta in atto la volontà divina.
Non sappiamo né chi siano questi due uomini, né il motivo per cui si comportino così. Il midrash racconta che la profezia di costoro stesse nell'anticipare al popolo di Israele che Mosè sarebbe morto prima di entrare in Israele. È probabile che sia questa la cosa che ha infastidito di più Giosuè e che per questo si sia recato dal suo Maestro a riferirglielo.
L'insegnamento che la Torà vuole darci è che un Maestro non deve mai essere geloso dei propri allievi, anzi deve incoraggiarli a fare di più e meglio di ciò che da lui hanno imparato.
Shabbat shalom