Di Marco Del Monte
“Farete il censimento dell’intera comunità dei figli d’Israele” (Bem 1,2).
I termini usati nel descrivere questo comando sono insoliti: “Seù et Rosh Kol Adat Benè Israel”, che potremmo tradurre come: conta sia il Rosh, il capo, cioè il singolo nella sua individualità, sia la congrega nella sua totalità.
Molti insegnamenti possono essere dedotti da ciò, uno tra i tanti è che Hashem considera importante sia il popolo nella sua complessità ma ritiene ugualmente importante ogni individuo, ogni storia personale, come è scritto nel libro “Vezot haTorà” sugli insegnamenti di Rabbì Nachman: ognuno è importante, fondamentale, perché ognuno ha una scintilla di santità che nessun altro al mondo possiede e solo lui potrà svolgere nel mondo quella determinata azione migliorativa. Da qui insegnano i maestri che il “conteggio” delle anime del popolo d’Israel corrisponde allo stesso numero delle lettere che compongono il Sefer Torà, se mancasse una sola lettera, tutto il sefer sarebbe Pasul, non valido, se mancasse una sola persona nel conteggio, tutto il popolo ne perderebbe di status: una persona è un mondo intero, ricorda il Talmud, ed ognuno è necessario nella sua particolarità, la Resh della parola Bereshit non è la stessa Resh che contiene la parola Barà, ma nessuna deve mancare!
Inoltre, la stessa frase della Parashà ci fornisce un altro grande insegnamento: Seù et Rosh…significa anche fai alzare la testa della congrega d’Israel. Questo potrebbe a prima vista sembrare un esortazione ad alzare la testa, quindi a sentirci importanti, grandiosi, ma la frase in realtà ci insegna qualcosa di differente, una grande lezione di vita: Sentirsi importanti è fondamentale per la nostra motivazione, ma sempre con la testa verso l’Alto, cioè sempre stando con lo sguardo verso D.o, sempre stando in stretto contatto con Hashem: la forza dell’umiltà, del “Bemidbar Sinai”, del sentirti come il Midbar, deserto, cioè umile, e come il Sinai, cioè modesto, ci darà modo di innalzarci nell’umiltà. Come ci esortala Torà: non pensare “ la mia forza e la potenza delle mia mano mi ha dato questa prosperità” (Deut 8,17), bisogna sempre ricordarci di “alzare la testa” e guardare verso l’Alto e capire che è Hashem Colui che in ogni istante ci dà le infinite opportunità di crescere e “alzare la testa”, se contassimo solo sulle nostre forze sarebbe una dinamica naturale, se contiamo su Kadosh Baruch Hu diventa una dinamica sovrannaturale!
Con L’augurio che ognuno possa camminare sempre a “testa alta”!
Shabbat Shalom e Hodesh Tov.