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Di Rav Alberto Sermoneta

Nella parashà che leggeremo questo shabbat, troviamo un numeroso elenco di mizvot e di avvenimenti, soprattutto negativi, che caratterizzano il comportamento del popolo durante la permanenza di quaranta anni nel deserto.
Il termine choc da cui deriva la parola chukat, viene tradotto letteralmente legge o statuto, ma in realtà deriva dal verbo le- chakhek che significa scolpire sulla pietra.
Tutto ciò che è scolpito sulla pietra non può essere facilmente cancellabile, quindi, anche questo tipo di mizvot ha un valore eterno e servono a dimostrare il sentimento di ogni appartenente al popolo di Israele.

Infatti, se per ogni altro tipo di mizvà noi abbiamo il diritto di poterci chiedere la motivazione e la sua origine, per i chukim, non possiamo chiedercelo o per meglio dire, possiamo chiedercelo ma nessuno ci confermerà la nostra ipotesi; i chukim infatti, hanno come unico scopo di dimostrare il nostro legame con il Signore Iddio, esclusivamente per manifestare a Lui rispetto e devozione.
In questa parashà, come detto prima, sono narrati moltissimi tristi episodi per il popolo; infatti assistiamo alla morte di Miriam, sorella di Mosè ed Aaron, alla sentenza definitiva da parte di D-o che né Aaron né Mosè entreranno in Israele; alla morte di Aaron, sostituito per volontà divina da suo figlio Eleazar.
E’ narrato inoltre l’episodio in cui il popolo per aver fatto maldicenza, viene morso dai serpenti e, dopo che molti hanno fatto teshuvà, il Signore comanda a Mosè di costruire un serpente di rame e porlo nella tenda della Sacra Radunanza, cosi che, coloro che verranno morsi da un serpente, fissando il serpente di rame, potranno guarire.
A proposito di questo episodio moltissimi commentatori hanno dato le più svariate interpretazioni, fra cui quella dell’antidoto al morso del serpente che si ricava dal serpente stesso; ma proprio come detto precedentemente, ci sono delle cose che non possono essere spiegate.
Una teoria è quella che, essendo il serpente posto su di una colonna molto in alto, coloro che volevano guardare il serpente dovevano, per forza di cose alzare gli occhi verso l’ alto.
Quel gesto, lo portava a guardare verso D-o che lo avrebbe guarito dopo la sua richiesta.
Come questo, tanti altri episodi, contenuti nella parashà, hanno un significato oscuro o complesso da interpretare, come l’acqua che scaturisce dalla roccia e disseta il popolo che si lamenta per la sete; è per questo motivo che tutto ciò rientra nella categoria di quelle regole o comportamenti chiamati chukim.

Shabbat shalom