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Di Rav Alberto Sermoneta

Nella prima delle due parashot, troviamo l'ordine divino a Moshè, di compiere l'ultima mizvà della sua vita: quella di far vendicare dal popolo ebraico i midianiti.

Potremmo definire queste due parashot come la storia degli ultimi giorni di vita di Moshè. 
Anche Moshè, seppur un grande maestro e colui che ha parlato con D-o faccia a faccia, è un uomo che ha terminato il suo compito e per il quale è arrivata l'ora della morte.
Ognuno di noi, benché non sia Moshè ha un compito assegnatoci dal Signore da portare a termine. Non ci è dato di conoscere di cosa si tratti, né il nostro ruolo e neppure la data della nostra morte. L’unica certezza è che essa avverrà per ogni essere vivente.
Moshè ha esaurito il Suo compito, ma nonostante gli enormi sacrifici sostenuti per salvare il popolo dalla Schiavitù d’'Egitto e guidarlo per quaranta anni in mezzo al deserto, non ha avuto il bene di entrare in Eretz Israel.
Anche se non conosciamo la missione che siamo chiamati a compiere, è nostro dovere trasmettere gli insegnamenti ai posteri, così da perpetuarli nel tempo. Ciò farà sì che il nostro ricordo rimanga vivo per sempre, proprio come è avvenuto per Moshè.

Shabbat Shalom