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Di Rav Alberto Sermoneta

Lo shabbat in cui leggiamo la parashà di miqetz, cade sempre in mezzo alla festa di Chanuccà.

C'è un forte nesso fra la parashà, in cui l'argomento centrale di essa è lo "strano" sogno del faraone e la festa di Chanuccà. 
Egli sogna sette vacche magre e brutte d'aspetto che mangiano sette vacche grasse e belle d'aspetto e sette spighe secche e bruciate dal sole che inghiottiscono sette spighe buone e piene di grano.

Gli stregoni e i maghi d'Egitto non sanno dare una spiegazione al sogno; essi sono egiziani, abituati a vedere le cose secondo il loro ordine naturale: "il pesce grande mangia quello piccolo". Gli egiziani sono una grande potenza nel mondo dell'epoca, non possono accettare che chi è potente sia sconfitto da chi è debole.
Giuseppe proviene da una concezione di vita assai diversa: è figlio di Giacobbe - Israel e per questo capisce il senso del sogno.
La stessa concezione la avevano i Maccabim che, nonostante la loro precarietà, il loro  numero esiguo di soldati, riescono a sconfiggere l'esercito di una fra le nazioni più potenti nel mondo dell’epoca.
La nostra realtà ci viene già fatta conoscere nel libro di Devarim, (capitolo 6) in cui è detto:
"attem ha m'at miccol ha 'ammim - voi siete i "più" pochi fra tutti i popoli".
La vittoria di Giuseppe era quella dei deboli: egli era il servo di Potifar e diventa vice re d'Egitto.

La vittoria dei Maccabim è la vittoria dei "pochi", perché lo spirito ebraico li ha accompagnati in questo impossibile confronto .
I Maccabim che inseguono e sconfiggono l'esercito di Antioco furono coloro che ribadirono il regno di Israele, attraverso la loro eroica vittoria.
La forza di sopravvivere e la fiducia in D-o, ha fatto si che un ragazzo ebreo, potesse ritrovarsi ad amministrare l'Egitto, stimato e temuto da coloro che lo avevano dapprima calunniato e imprigionato. Così come i Maccabim riportarono all'antico splendore il Tempio di Gerusalemme riconsacrandolo al culto del monoteismo e, soprattutto, riportando il popolo alla condizione originale di essere osservante della Torà e delle mitzvot.
L'olio che è servito per accendere la menorah del Tempio e quello che noi usiamo per accendere la lampada di Chanuccà in questi giorni, è l'unico elemento liquido che non si mescola né si contamina con nessun altro liquido, proprio come il popolo ebraico che, osservando la Torà e le sue mitzvot, non potrà mai correre il rischio di mescolarsi con nessun'altra cultura.
Shabbat shalom, codesh tov ve chag channuccà sameach.