Questo sito usa i cookie di terze parti per migliorare i servizi e analizzare il traffico. Le info sulla tua navigazione sono condivise con queste terze parti. Navigando nel sito accetti l'uso dei cookie.

Di Marco Del Monte

Nel suo Grembo vi erano due “Gemelli” (Genesi 25,24).
La nostra Parashà parla della nascita di Yaakov ed Esav. Ci indica che erano gemelli, eppure già dall’interno del ventre materno si delineano due caratteri opposti: uno propenso per l’Avodat Hashem; L’altro propenso all’avodà zarà; uno sedeva nelle tende a studiare Torà, l’altro amava cacciare e così via.

La Torà ci racconta quindi che nonostante fossero diametralmente opposti, eppure erano gemelli. Cosa vuole insegnarci questo passo? Per capire ciò dovremmo risalire a Bereshit: D.o creò la luce e vide che era cosa buona, e separò la luce dalle tenebre. Chi disse alla luce e al buio di mischiarsi, così da dover far dividere attivamente ad Hashem i due elementi? Successivamente troviamo un’altra immagine analoga: L’albero della conoscenza del bene e del male. Il termine “Daat” “Conoscenza” nella sua varietà di accezioni ha anche il significato di “Unione”: Ed Adamo conobbe sua moglie, significa si unì a lei. Così anche quando il Maimonide scrive nel Mishnè Torà (Hilchot Yesodè Torà, Perek 1,1): “Zarich Ledà sheyesh sham mazui rishon” “Bisogna Conoscere che esiste una realtà primordiale” significa bisogna “unirsi” ad Hashem, come è scritto “Veattem Hadevekim BaHasem E.-lokechem Chaym Kulechem Hayom” “voi che siete uniti ad Hashem vostro D.o siete tutti vivi oggi“ (Devarim 4,4). Quindi affemano i Chachamim che l’albero della “conoscenza” del bene e del male in realtà era l’albero dell’“unione” del bene e del male. Eva ed Adamo scelsero di introiettare il bene ed il male uniti, mischiati, per poter avere il premio, meritato questa volta, dello sforzo della distinzione tra i due elementi.
Anche i due capri di Kippur dovevano essere Identici, ma uno andava ad Hashem e l’altro ad azazel.
Un altro esempio lo troviamo nella Meghillat Ester dove paradossalmente le parole “Baruch Mordechai” “Benedetto Mordechai” hanno lo stesso valore numerico delle parole “Arur Hamman” “maledetto Hamman”. Che cosa ci insegna tutto questo? Che in realtà il bene ed il male possono sembrare a volte identici, addirittura gemelli, e non è scontato capire cosa si celi dietro all’apparenza di uno e dell’altro, non a caso si dice che Esav era un abile cacciatore con la bocca, cioè, sapeva ben ingannare, trasformandosi da Tzaddik, chiedendo domande di halachà al padre sulla decima del sale e della paglia, sapendo benissimo che non esiste un maaser del sale e della paglia. Ci dicono i nostri maestri che lo Yeter Harà più pericoloso è quello che ti induce a fare una trasgressione facendoti pensare che stai facendo una Mitzvà, questo è il gioco delle parti, questo è il gioco della vita, vedere a fondo e distinguere veramente ciò che è cosa buona e dividere la luce dalle tenebre.
Shabbat Shalom Umevorach