Di Marco Del Monte

Nel suo Grembo vi erano due “Gemelli” (Genesi 25,24).
La nostra Parashà parla della nascita di Yaakov ed Esav. Ci indica che erano gemelli, eppure già dall’interno del ventre materno si delineano due caratteri opposti: uno propenso per l’Avodat Hashem; L’altro propenso all’avodà zarà; uno sedeva nelle tende a studiare Torà, l’altro amava cacciare e così via.

Di Marco Del Monte

“Ed ecco nel suo ventre c’erano due gemelli” (Gen 25,24).
Nella Parashà si descrive la Nascita di Yaakov ed Esav.
Spiega Rav Yona Metzgher che nel verso, la parola “gemelli” risulta scritta in modo inconsueto.
Infatti, la parola gemelli si scrive “Teomim”, con una alef, invece nel testo è scritto “Tomim”, senza la alef.

Di Rav Alberto Sermoneta

La parashà ci narra della nascita e della vita dei gemelli più famosi della nostra storia: Giacobbe ed Esaù.
Gran parte della parashà racconta della lotta per la primogenitura tra l'uno e l'altro fratello, e della benedizione che Isacco impartisce a Giacobbe, colui che in seguito sarà chiamato Israel, avendo acquistato da suo fratello la primogenitura.


Di Rav Albe
rto Sermoneta

“Va itrozzezzù ha banim be kirbà - E i figli si cozzavano dentro di lei"
È così che la parashà di toledot ci presenta i due gemelli, Giacobbe ed Esaù i quali fin dal grembo materno si contrastavano.
Non c'è pace sin da prima della loro nascita: questi due personaggi, progenitori di due popoli, non riescono a trovare un'intesa.
Giacobbe progenitore del popolo ebraico, viene contrastato da Esaù , che diventerà il capostipite della cristianità.
Si parla di conflitto arabo - israeliano, ma non dimentichiamoci che prima del 1492, anno della cacciata dalla Spagna, fra ebrei e musulmani regnava l'armonia ed il rispetto reciproco più profondo.
In ogni momento della storia, gli ebrei hanno dovuto fare i conti con le persecuzioni volute nella maggioranza dei casi dalla Chiesa. Secondo l'opinione di alcuni commentatori Esaù rappresenta anche la parte più integralista dell' Islam.

Di Rav Alberto Sermoneta

La parashà di Toledot, dedica un largo spazio ad Isacco, figlio di Abramo e secondo dei tre Patriarchi.
Già nella parashà della settimana scorsa, la Torà ci ha presentato un Isacco completamente diverso da suo padre, sia nel modo di comportarsi nei confronti della propria famiglia, che nei confronti della società.
Isacco ha un carattere totalmente introverso e remissivo, gli viene presentata una donna che lui sposa e con la quale metterà al mondo due gemelli: Giacobbe ed Esaù. Il carattere così remissivo di Isacco farà sì che i suoi figli, e sua moglie Rebecca non lo considerino per la sua reale grandezza.
Isacco verrà ingannato per la sua vecchiaia e per la sua cecità, sia da Rebecca che da Giacobbe stesso, che attraverso il travestimento da Esaù, dietro consiglio della madre, prenderà al suo posto la benedizione per la primogenitura.

Di Rav Alberto Sermoneta

La parasha' di Toledot, inizia con la narrazione della sterilità di Rivkà e delle preghiere che ella rivolge a D-o per rimanere incinta di suo marito.
Le preghiere non sono esaudite, fintanto che Izchak, non si rivolge anch'egli a D-o in preghiera.
Izchak adotta una tecnica particolare di tefillà, che noi oggi conosciamo con il termine "zekhut avot - il merito dei padri".
Egli, infatti, adopera questo modo di pregare invocando qualcosa a lui caro ma soprattutto caro a D-o: le azioni di suo padre Avraham.

Nel testo è detto:
"...e Isacco supplicava il Signore a causa di sua moglie che era sterile".
Il termine "le nochach ishto' - a causa di sua moglie" vorrebbe esprimere la posizione che Izchak teneva rispetto a Rivka'; cioè, pregando, si poneva di fronte a lei.

Di Rav Alberto Sermoneta

Una parte sostanziale della parashà di questa settimana narra della benedizione che Isacco impartisce a Giacobbe, il quale erediterà oltre che la benedizione (ossia ricchezza economica) anche la primogenitura, avendola sottratta a suo fratello, il quale l’ha “venduta” per un piatto di lenticchie.E’ però narrato, prima di questi fatti, un episodio in cui Isacco ha a che fare con i Filistei che all’epoca abitavano la terra di Canaan.Al cap. 26, v.17, si racconta di Isacco che riprende l’opera di suo padre Abramo, dopo essersi conteso con i Filistei dei pozzi d’acqua.