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Di Rav Alberto Sermoneta

"
Veachaltà ve savata uverakhtà et A' Elo-hekha al ha retz ha tovà asher natan lakh
E mangerai, ti sazierai e benedirai il Signore D-o tuo per la terra buona che ti ha concesso"

Così si conclude la prima chiamata della parashà di Ekev, che leggeremo questo shabbat.
Questo verso verrà in seguito introdotto nella birkat ha mazon, poiché in essa ritroviamo la mizvà di recitare delle berakhot di ringraziamento a D-o per averci concesso sia la terra di Israele, sia il cibo necessario al fabbisogno della nostra famiglia.
Infatti la birkat ha mazon è l'unica berakhà, comandataci dalla Torah.

In essa noi non ringraziamo D-o soltanto per averci concesso il necessario per alimentarci e vivere bene e con godimento la nostra vita, ma anche anticipatamente, per farci godere di ciò che Egli stesso ci concede e non dipendere mai da mani o da concessioni altrui.
"lo lidé mattenat basar va dam ki im le jadekhà ha meleà ha petuchà ve ha rechavà - non attraverso l'operato di altri uomini ma soltanto attraverso la Tua mano e aperta e piena di ogni bene. ".

Questo concetto viene ribadito ogni anno a Rosh ha shanà quando, chiedendo al Signore perdono per le nostre azioni, gli chiediamo anche di aprire le Sue mani per sfamare tutti gli esseri del Creato. La Torah ci dice che se siamo degni di questo la benedizione divina sarà su di noi dall'inizio dell'anno alla sua fine. I Maestri aggiungono che di Rosh ha shanà, D-o decide il destino dell'uomo e quindi anche la sua parnasà, dall'inizio alla fine dell'anno.
Ecco allora anche la spiegazione del termine "ekev" con cui inizia la nostra parashà. 
Rashì commenta dicendo che significando "tallone", il termine ekev, vuole esprimere il nostro comportamento riguardo l'osservanza delle mizvot.
Ci sono mizvot che vengono reputate più importanti rispetto ad altre e per questo, considerate di più. La Torah invece ci ammonisce dicendo che tutte le mizvot sono di uguale valore e che non sta a noi classificarle, tantomeno calpestarle (ekev).
Questo determina il premio o la punizione che meriteremo, riguardo la considerazione e il rispetto della loro osservanza.

Shabbat shalom