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Di Rav Alberto Sermoneta

Continuano, anche con questa parashà, le raccomandazioni di Moshè al popolo riguardo la vita e il comportamento da tenere, una volta entrati in Eretz Israel.
Il legame fra il popolo e la terra è talmente forte, che la vita e i prodotti dell'una sono vincolati al comportamento dell'altro.
"Ve akhaltà ve savata uverakhtà et À Elohekha al ha aretz ha tovà asher netan lakh - E mangerai e ti sazierai e benedirai il Signore D-o tuo sulla terra buona che ti da".
Con queste parole si conclude la prima parte della parashà; sembrano parole legate esclusivamente ad un comportamento legato forse ad una religiosità limitata alle preghiere.


Di Rav Alberto Sermoneta

Nella terza parashà del libro di Devarim – Ekev - che leggeremo questo shabbat, Mosè continua i suoi di discorsi di ammonimento e di raccomandazione al popolo di avere un comportamento esemplare, sia durante il viaggio e le guerre di conquista della Terra di Israele, sia durante la vita sulla Terra stessa.
Nella parashà troviamo il secondo brano dello Shemà, brano che va sotto il nome di “premio e castigo” per coloro che osservano o non osservano le mizvot, comandate dalla Torà.
Fanno notare i nostri Maestri che “  ve ajà im shamo’a tishme’ù el mizvotai….e avverrà se ascolerete bene i miei precetti che Io vi comando oggi, per amare il Signore vostro D-o e servirlo……” il motivo dell’osservanza delle mizvot è la dimostrazione dell’amore verso D-o e la riconoscenza che Gli dobbiamo per tutto il bene che Egli ha fatto e continua a fare per il nostro popolo.