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Di Marco Del Monte

Nella Parashà di Vayelech, Hashem rivela a Moshè una profezia che accadrà dopo la sua dipartita: “Tu giacerai presto con i tuoi padri. Questo popolo si svierà allora dietro agli dèi stranieri che sono in mezzo a loro, nella terra in cui stanno per entrare; mi abbandoneranno e romperanno il mio patto che ho fatto con loro” (Deut. 31,16).

Si domanda lo Zera Shimshon (parashat Vayelech ot bet) quale sia il legame tra la morte di Moshè ed il peccato di idolatria-Avodà Zarà. Risponde lo Zera Shimshon che il satan e quindi lo yetzer harà, l’istinto cattivo, ha sette nomi come è detto nel Talmud in Masechet sukkà pag 52 a, e per contrastare ciò sono stati dati 5 libri della Torà più due parti all’interno della Torà che contano come due libri a sé, quindi sette libri in totale (Masechet Shabbat 116,a). Il nome è un’etichetta verbale che rappresenta e racchiude molteplici qualità e compiti. Si pensi ai nomi degli angeli, ad esempio Refael, nel suo nome è presente la sua mssione, cioè Rofè-E—l il guaritore di D.o. Così in base ai sette nomi dell’istinto cattivo viene detta la frase: “Sette volte cade lo Tzaddik ma sempre si rialza”. Queste sono le sette prove a cui è sottoposto, le quali sono determinate date dalle sette missioni incluse nei sette nomi dello Yetzer Harà. Afferma Rav Eliahu Amar Shalit”a, nello spiegare il testo dello Zera Shimshon, che Moshè sapeva che non sarebbe riuscito ad annullare del tutto l’istinto verso l’idolatria, il quale ha sette nomi, e contiene sette barriere di impurità. Queste sette barriere di impurità vengono rappresentate metaforicamente dalle sette popolazioni che risiedevano in Israele e che dovevano essere annullate da Giosuè: ogni popolo rappresentava una delle sette forze dell’impurità. Proprio per questo si scelse di costruire una Menorà fatta di sette bracci, per dar forza a sette tipi di luci che avrebbero contrastato le sette forze dell’oscurità. E così anche il Maghen David, la stella di David ha sei punte più la parte centrale, così come lo schema della costruzione dell’universo in sei giorni più uno, il tempo in cui si compie il tikun, come ci spiegò Rav David Menashe Z”L. Proprio per questo Hashem preannuncia a Moshè che il popolo sarebbe stato messo alla prova da queste sette forze oscure chiamate Avodà Zarà, culto estraneo, idolatria. Giosuè stesso non riuscirà a completare questo Tikkun, difatti, come si nota nel libro dei Shofetim-Giudici, il popolo si perse dietro divinità straniere. L’annullamento del forte istinto all’idolatria verrà effettuato ai tempi di Ezrà Sofer; si dmandano i Chachamim: in quale giorno precisamente avvenne ciò? Spiega Rav E. Amar che avvenne proprio nel giorno di Rosh Hashanà. Proprio a causa di ciò, queste Parashot “speciali”, come quella della settimana scorsa con le Kelalot, quelle di questa settimana, dove si ricorda la prova dell’Idolatria, vengono lette prima di Rosh Hashanà, proprio perchè Kadosh Baruch Hu ci dà la possibilità di annullare costantemente queste forze negative. Non a caso si dice a Rosh Hashanà la frase: “Tikhlè Shanà Vekilelotea Tachel Shanà Uvirchotea”, cioè: ”Finisca l’anno con le sue maledizioni ed Inizi l’anno con le sue Benedizioni!” Sperando e augurandoci di non sentire più brutte notizie ma solo buone novelle e tante Berachot!

Shabbat Shalom e Shanà Tovà Umetukà!!!