Di Marco Del Monte
Tradotto e adattato da uno shiur di Rav Yona Metzgher
https://www.youtube.com/watch?v=97XrL092iv0
Alla fine della Parashà troviamo la Mitzvà dei tefillin come è detto: “Queste parole saranno come un segno sulla tua mano e come frontali tra i tuoi occhi”.
È scritto nel trattato di Rosh Hashanà pag. 17a: “Chi sono gli ebrei che peccano con il loro corpo? Rav ha detto che questa categoria si riferisce alla testa che non ha mai indossato i Tefillin”. Cosa intende la Ghemarà quando dice che chi non ha mai indossato i tefillin è un peccatore con il “proprio corpo”?
Chiede inoltre Rav Metzgher: perché questa categoria di “peccato con il corpo” viene riferito ai tefillin e non ad un'altra mitzvà come il Tallit, la Matzà, le quattro specie etc. Un ulteriore domanda che pone il Rav è la seguente: esiste in un età specifica la Mitzvà del Chinuch, cioè l’educazione dei bambini, ovvero anche prima che arrivino all’età del Bar Mitvà, cioè dell’obbligo religioso di compiere i precetti della Torà, si inizia già a far praticare loro le Mitzvot come il lulav ad esempio, cosa che non avviene per i Tefillin: non si fanno indossare i tefillin ad un bambino nell’età in cui già riesce a comprendere bene l’azione (7, 8, 9 anni), se non quando è vicino al Bar Mitzvà. Come mai questo? E’ scritto nello Shulchan Aruch Orach Chaym siman 25 seif 5: “Si dovrebbe tenere a mente, quando li si indossa (Tefillin), che D-o ci ha comandato di mettere questi quattro brani - che contengono l'Unità del Suo Nome e l'Esodo - sul braccio in relazione al cuore e sulla testa in relazione al cervello, così che possiamo ricordare i miracoli e le meraviglie che Ha fatto per noi, che indicano la Sua Unità e la Sua onnipotenza in cielo e sulla terra per fare con loro ciò che vuole. E [anche per] sottomettere a D-o, la propria anima che risiede nel cervello, così come il proprio cuore che ospita i propri principali desideri e pensieri fisici”. Il Gaon di Vilna ci spiega una cosa molto interessante: Nel tefillin della testa esistono quattro scomparti che contengono ognuno una parashà, un brano, per un totale di quattro parashot, mentre sul tefillin del braccio le stesse parashot sono unite in un unico scomparto. Questa struttura del tefillin della testa è in rapporto ai quattro sensi che sono nel volto: Vista, Udito, Olfatto, Gusto, ogni parashà in relazione ad uno dei sensi, mentre il braccio rappresenta solo un senso, il tatto. Proprio per questo tutte le Parashot sono in un unico scomparto. Tutto questo significa che attraverso i tefillin ci leghiamo con tutti i nostri cinque sensi a Kadosh Baruch Hu e ci dedichiamo completamente ad Hashem. Spiega il Rabbi MiTolna nel suo libro Emma Yenachamuni che la particolarità della Mitzvà dei tefillin rispetto a tutte le mitzvot della Torà è che in ogni Mitzvà c’è l’essere umano (Gavra) e c’è un oggetto (Cheftza), ovvero l’essere umano compie la mitzvà con un oggetto come la Mezuzà, la Matzà, lo Shofar. Nei Tefillin è l’uomo stesso che diventa l’oggetto della Mitzvà. E’ vero che si legano i tefillin, ma in quel momento l’uomo stesso diviene anche “oggetto” della Mitzvà. Per compiere questa Mitzvà è necessario un corpo pulito, per questo l’halachà ci suggerisce di non far indossare i tefillin a bimbi troppo piccoli. Quindi dedicando tutti i nostri sensi, tutto il nostro corpo, tutti noi stessi ad Hashem diventiamo noi stessi “Mitzvà” ecco perché la Ghemarà ci dice che chi non ha mai indossato i tefillin è chiamato colui che è peccatore con il proprio corpo, cioè non ha trasformato il proprio corpo stesso da qualcosa di materiale in qualcosa di spirituale cioè in Mitzvà.
Shabbat Shalom