Di Rav Alberto Sermoneta
Nella parashà di Mishpatim vengono elencate tutte le mizvot definite “ben adam la chaverò” ossia che riguardano i rapporti fra uomini e regolano quelli fra datore di lavoro e lavoratore (schiavo e padrone in quell’epoca) e anche fra uomini e animali.
La parashà inizia con la lettera vav, “ve elle ha mishpatim” (e questi sono gli statuti), in quanto secondo gli esegeti, si prosegue il discorso iniziato con i Dieci comandamenti, per continuare con le altre leggi della Torà.
A questa parashà si ispirano i trattati più importanti di tutto il Talmud e cioè: Bavà Kammà, Bavà Batrà, Maccot, Sanhedrin, ecc.
A proposito dell’ultimo trattato citato, Sanhedrin , riguardante le regole che dovevano essere sancite dal Sinedrio, i Maestri della Ghemarà si chiedono:
“quale nesso vi è tra la fine della parashà di Itrò, in cui si parla della costruzione del Mizbeach (l’altare per i sacrifici ) e la parashà di Mishpatim che tratta di regole amministrate dal Sinedrio?”
A questo rispondono gli esegeti dicendo che, come il Mizbeach che serviva ad espiare le colpe del popolo attraverso i sacrifici, si trovava nei pressi del Bet ha Mikdash, così il Sinedrio che era l’organo che amministrava la giustizia si trovava nei pressi del Bet ha Mikdash.
Shabbat Shalom