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Di Rav Alberto Sermoneta

Shabbat Ha Gadol
La parashà di acharè mot viene anche letta nella tefillà di shachrit e di minchà del giorno di kippur.
Nella sua prima parte, la Torà descrive minuziosamente la cerimonia che il Sommo Sacerdote svolgeva nel Tempio di Gerusalemme nel giorno più sacro dell'anno; nella seconda parte invece, troviamo un lungo elenco di unioni proibite, da cui ogni ebreo deve tenersi lontano per non profanare la Terra di Israele.
Anche se questa seconda parte non ha niente a che vedere con il giorno di kippur, la si legge perché anticamente si usava che i ragazzi si fidanzassero in tale giornata e facessero conoscere ai rispettivi genitori il fidanzato o la fidanzata.
Questo shabbat è quello che precede la festa di pesach ed è chiamato HA GADOL.
Il motivo sta nel fatto che, il Rav della Comunità, si intrattenesse molto tempo ad insegnare e spiegare le numerose regole relative alla festa.

La parola Pesach indica, nella Torà, non tanto la festa di per sé quanto il sacrificio del capretto pasquale che si faceva, al tempo del Santuario di Gerusalemme, in ricordo di ciò che fu fatto in Egitto.
C'è una relazione fra il sacrificio di pesach e quello di kippur: entrambi gli animali appartenevano alla classe dei caprini - quello di pesach era un "se - capretto- un cucciolo" di capra, mentre quello che veniva sacrificato a kippur era un "sair - montone", vecchio di età.
Pesach infatti segna la nascita del popolo ebraico, l'età dell'innocenza; kippur simboleggia invece un'età più vissuta, attraverso la quale, oltre alle esperienze, possono aumentare anche trasgressioni, o colpe, che segnano un andamento altalenante di un uomo nel corso della propria maturità.
Mentre il sacrificio di pesach era il ringraziamento, per averci liberato dalla schiavitù e per aver fatto nascere il popolo di Israele, quello di kippur, segna la liberazione, attraverso la nostra volontà dalla schiavitù dovuta ad un nostro comportamento lontano dalle regole della Torà.
Alcune regole riguardanti la vigilia di pesach:
Domenica sera, appena dopo il tramonto, si fa la "Bedikat chamez - la ricerca del chamez".
Si recita prima di iniziare la ricerca, la benedizione Baruch attà A' Elohenu melech ha olam ascer kiddescianu be mizvotav vezzivvanu al biur chamez".
Dopodiché si inizia la ricerca, a lume di candela, negli angoli più nascosti della casa.
Al termine della ricerca si recita la formula "col chamirà...ogni cosa lievitata" (il testo si trova in tutti i libri di haggadà).
Il chamez raccolto lo si brucerà l'indomani mattina, insieme al lulav e all'aficomen dell'anno scorso.
Lunedì è digiuno dei primogeniti.
Alle ore 7,30 di lunedì 14, ci sarà tefillà in tempio e al termine verrà fatto il sijum massachtà v uno studio di un trattato talmudico che verrà completato pubblicamente.
Chi è a digiuno ed assisterà alla spiegazione, può interromperlo, per entrare nella festa in una condizione festiva.
Intorno alle ore 10,00 si farà il bijur chamez - bruciatura del chamez, recitando l'apposita formula "col chamirà - ogni tipo di cibo lievitato".
Da questo momento è assolutamente proibito mangiare qualsiasi tipo di chamez. È anche proibito mangiare azzime fino all'ora di cena durante il seder.
Prima delle ore 10,00 è bene aver fatto la mechirat chamez -la vendita del chamez, riempendo i moduli già distribuiti dall'ufficio rabbinico.
È importante che non rimanga alcuna cosa di chamez nella proprietà di un ebreo.

Ha shanà achà avdé le shanà ha bà birushalaim
Voglio formulare a tutti voi un caloroso shabbat shalom e un pesach kasher ve sameach