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Di Rav Alberto Sermoneta

"Goral echad lA' ve goral echad la 'Azazel - Uno destinato al Signore e uno destinato ad' Azazel" (Vayikrà 16;8)

Nella prima parte della nostra parashà si descrive la cerimonia che il Cohen gadol doveva svolgere nel giorno più sacro del calendario ebraico: yom Kippur.
La parte culminante di questa cerimonia era l'estrazione a sorte di due capri che dovevano essere perfettamente uguali, i quali dovevano essere destinati, uno all'offerta sacrificale, quindi al Signore mentre l'altro ad 'Azazel. Non è chiara la destinazione ma sicuramente il secondo capro, non subiva una sorte piacevole ed era secondo l'interpretazione mistica, dedicato una entità negativa.
Ci si interroga sul motivo per cui il Signore D-o aveva previsto un simile rito, in cui veniva offerto un qualcosa ad una entità negativa.
Si racconta di un uomo molto ricco, studioso e timoroso di D-o, che volle dare un grande ricevimento a tanta gente, invitando anche i Rabbini del luogo, nel suo sontuoso palazzo.
Appena i Rabbini iniziarono a parlare insegnando Torà, nel giardino del suo palazzo, un cane cominciò ad abbaiare disturbando i presenti.
Allora il padrone chiamò la servitù e disse loro di dare al cane un grosso pezzo di carne di quella destinata alla cena.
Fra lo stupore dei presenti egli spiegò dicendo che, togliendo una parte della cena destinata agli ospiti e dandola in pasto al cane, avrebbe garantito il silenzio e quindi senza ulteriore disturbo da parte di esso, si sarebbe potuto continuare la serata in pace ed in armonia, senza intercessione alcuna.
Il giorno di Kippur è il giorno in cui ci si dedica esclusivamente al servizio divino e a noi stessi, non ci si può concedere nessuna distrazione.
Il "korban" ad 'Azazel garantiva che per il resto del servizio sacro, nessuno potesse interferire disturbando questa magica giornata.
Shabbat Shalom