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Di Rav Alberto Sermoneta

“..Ushmartem et chuccotai veet mishpatai asher ja’asè otam adam va chai bahem”(cap.18 v.5)
“…e osserverete i miei statuti e le mie leggi, seguendo i quali l’uomo ha la vita…”
I commentatori si chiedono quale sia il nesso fra l’osservanza delle mizvot e la vita dell’uomo;
il numero delle mizvot negative, corrisponde a 248, tante quante sono gli organi o le membra del nostro corpo.
Sostengono i nostri maestri che vi è una grande differenza, fra organi ed organi: se un uomo viene colpito ad una mano e la perde o perde uno o due dita di essa, nonostante sia una grossa perdita, egli può comunque continuare ugualmente a vivere, anche se vive male; viceversa, se però si tratta di un organo interno che ad esempio viene danneggiato, si rischia di perdere la vita, tanto più se questo è un organo chiamato “vitale”.

Allo stesso modo, l’osservanza delle mizvot, é fondamentale per l’integrità della “vita spirituale” e nel caso in cui venissero trasgredite, la danneggerebbero. Naturalmente non tutte le mitzvot hanno la stessa valenza:
Ci sono alcune che seppure non osservate non determinato un danno letale.
Altre invece regolano il comportamento morale dell’ebreo e quindi la loro trasgressione equivale alla morte spirituale di costui.
Queste mizvot, sono quelle che si trovano alle base di ogni tipo di comportamento civile e che distinguono l’uomo, l’ebreo nella particolarità, dagli animali, che agiscono esclusivamente per impeto e istinto.
Esse sono alla base delle fede in D-o che è considerata la parte fondamentale della vita ebraica; è per questo motivo quindi, che la loro osservanza, protegge da qualsiasi forma di menomazione o di danno agli organi vitali (in questo caso quelli spirituali) e quindi provocherebbe la morte D-o ne guardi, morale di un membro del popolo di Israele.
Questo sabato, chiamato shabbat ha gadol, prende il nome, non dal brano di Torà che verrà letto, ma dall’ultimo versetto della Haftarà.
Infatti in esso leggeremo il capitolo 3 del Profeta Malakhì, in cui si parla di un’era dove tutti gli uomini verranno giudicati dal Signore per le loro azioni, prima di arrivare definitivamente all’era Messianica.
Il brano si conclude con le parole:
“…ecco Io vi sto inviando il Profeta Elia prima del giorno del Signore, grande e terribile”
L’aggettivo Gadol - Grande è quello che da il nome al sabato in questione, cioè, non è il sabato che è grande, ma il “giorno del Signore”.
Infatti tutta la tradizione ebraica sul pensiero messianico, si basa su un periodo in cui verrà fatta giustizia per tutte le sofferenze del popolo di Israele, nel corso dei millenni
Dicono i nostri Maestri che “di Nissan il popolo ebraico fu redento dall’Egitto e di Nissan sarà definitivamente redento da tutte le sofferenze, subite nel corso della storia.
Possa quindi questa festa di Pesach che sta arrivando, portare finalmente pace e giustizia in mezzal nostro popolo.

Shabbat shalom