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Di Rav Alberto Sermoneta

La parashà inizia con la parola "im - se" - ossia, il Signore pone una condizione con il popolo ebraico che deve entrare nella Terra di Israele: "Im bechuccotai telechu - se camminerete nei miei statuti"; ossia la lunghezza della permanenza nella Terra di Israele è fortemente condizionata all'osservanza di quelle regole chiamate "chucchim".
Ci sono delle mizvot che noi ebrei abbiamo il dovere di osservare senza la necessità di trovare una spiegazione esaudiente, come segno di fiducia nella ricompensa divina.

Una delle massime del capitolo dei pirkè avot che leggeremo questo shabbat, dice:
"Sii solerte nell'osservare la mizvà "leggera" nello stesso modo di come osservi quella rigorosa", poiché tu non conosci la ricompense per la loro osservanza.
Il Maestro vuole farci notare come nella natura dell'ebreo ci sia la predisposizione ad osservare delle mizvot particolarmente rigorose, come ad esempio la milà o mangiare mazzot di pesach, tralasciando altre; a volte però, senza pensare che la loro provenienza, sia in un caso che nell'altro, la medesima.
Tutto ciò si lega bene con la nostra parashà!
Eretz Israel belì Torà hi keguf belì neshamà - la Terra di Israele senza la Torà è come un corpo senza anima"
Così insegnano i nostri maestri!

Shabbat shalom