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Di Rav Alberto Sermoneta


"Va jomer À el Moshè emor el ha cohanim benè Aharon - E parlò il Signore a Mosè, parla ai sacerdoti figli di Aharon"
Questa parashà è rivolta completamente ai Sacerdoti che dedicavano il loro "lavoro" al culto del Tempio.
Se il popolo ebraico è kadosh - distinto fra i popoli, i Cohanim sono kedoshim - distinti, in mezzo al popolo stesso.
La loro vita doveva essere esemplare e, completamente dedita al culto dei sacrifici.
Non potevano svolgere nessun altro lavoro e per questo erano ashirim-ricchi di famiglia.
Facendo attenzione alle prime parole della parashà, si nota il modo inconsueto dell'uso del verbo parlare.
Infatti nelle altre parashot della Torà, viene usato quasi sempre il verbo ledabber (dire) come una forma di imperativo: il maestro che si rivolge agli scolari.
Il Signore dice a Mosè di dire al popolo.
In questa parashà invece, viene usato il verbo lemor-parlare (quasi sussurrando) ad una casta importante.
Mosè, più giovane di Aharon suo fratello, ha però il compito divino di insegnargli quelle regole minuziose, riguardanti la casta sacerdotale e per questo, trova imbarazzo a mettersi in cattedra, nei suoi confronti.

È un forte messaggio quello che la Torà ci vuole mandare: ognuno ha un ruolo sociale che può essere diverso, alla pari o addirittura superiore a quello del prossimo.
Il dovere di ognuno è quello di relazionarsi con l'altro e ricordarsi, la propria origine.
Shabbat leggeremo il secondo capitolo dei pirkè avot; nel secondo paragrafo di esso troviamo scritto:
Jafè talmud torà im derekh erez - è meglio che lo studio della Torà, sia accompagnato da un lavoro, poichè la fatica derivante dalle due cose, fa dimenticare il peccato".
Sia la Torà stessa, che i Maestri del talmud, non vedono di buon occhio la "vita monastica" quella che prevede una esclusività dello studio, tantomeno una vita dedita esclusivamente al mero lavoro, che senza un costante studio, rende poveri di animo.
Non a caso nel medio evo, i nobili d'animo erano coloro che avevano una gran cultura che mettevano in pratica nelle loro arti.

Shabbat shalom