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Di Rav Alberto Sermoneta

"Vaja'as Aharon uvanav et col ha devarim ashr tzivvà A' bejad Moshè E fece Aharon e i suoi figli tutte le cose che aveva comandato il Signore per mezzo di Moshè" (Waiqrà 8;36)

La nostra parashà inizia con un imperativo "tzaw - comanda" Moshè fratello più giovane di Aharon, deve ordinare a lui ed alla sua discendenza tutte le regole del servizio sacrificale. 
Eppure, nonostante ciò, la parashà si conclude con l’adempimento di Aharon e dei suoi figli, dell'ordine ricevuto da Moshè. 
Rashì commenta che questo versetto conclusivo della parashà, sia stato scritto per lodare Aharon e suoi figli perché di tutto ciò che gli era stato comandato, non cambiarono nulla. 
A volte, nella nostra società e nel nostro modo di confrontarci col prossimo, abbiamo l'arroganza di voler sempre primeggiare, e se qualcuno può porsi al di sopra di noi, ci mettiamo nella condizione di rifiutare, piuttosto che collaborare. 
La grandezza di Moshè era l'umiltà, ma egli fu l'unico uomo a dialogare con D-o "faccia a faccia" e di questo, Aharon e i suoi figli non erano gelosi, tantomeno invidiosi perché eseguirono alla lettera ciò che un fratello più giovane di età gli aveva ordinato di fare; tantomeno si sentirono sminuita della loro posizione tra il popolo. 

Shabbat Shalom