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pesach1Di Rav Alberto Sermoneta

Il settimo giorno di Pesach è forse quello più importante della festa.
Esso è chiamato dalla tradizione rabbinica JOM HA EMUNÀ - IL GIORNO DELLA FEDE.

In esso si ricorda infatti, il miracoloso passaggio del Mar Rosso e la morte di tutti i soldati dell'esercito egiziano, che inseguì il popolo dopo che era uscito dall'Egitto.
Nel versetto che precede la shirat ha jam - la cantica del mare, che leggeremo domani mattina insieme al brano di Torà in cui si narra di essa, troviamo scritto:

"Vajaaminu bA' uv Moshè avdò, az jashir Moshè uvnè Israel et ha shirà ha zot...- Ed ebbero fiducia nel Signore e in Mosè suo servo, dunque cantò Mosè e i figli di Israele questa cantica...".
La fiducia in D-o è fondamentale nella nostra vita, ma ancor di più è importante la fiducia in un leader che, come Mosè ha guidato il popolo verso la libertà.
C'è una caratteristica nella festa di pesach: recitiamo, nonostante la grande importanza di essa, l'hallel completo soltanto i primi due giorni e le prime due sere, durante il seder, mentre per tutti gli altri giorni lo recitiamo incompleto.
La spiegazione di ciò ci proviene da un midrash, il quale racconta che, dopo il passaggio del Mar Rosso i malakhim  (gli angeli divini) iniziarono a cantare le lodi di D-o; a questa cosa il Signore disse:
"I miei figli (riferendosi agli egiziani, pur sempre figli di D-o) sono morti e voi cantate le mie lodi?
Per questo motivo, in segno di lutto per gli egiziani, nei sei ultimi giorni di pesach non recitiamo l'hallel completo.

Moadim le simchà