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Questo vademecum non dà risposte né approfondite né erudite, per le quali sono necessari ben altri testi.

medici ebreiDi Rav Alberto Sermoneta
Vorrei iniziare questa mia relazione citando un passo del Talmud di Gerusalemme,[2]: Ha detto Rabbi Judan figlio di Pazì: “(Il Santo Benedetto Egli sia) riempì un cucchiaio di polvere, prendendolo dal luogo dell’Altare e creò con esso l’uomo, poiché è scritto “e creò il Signore Iddio, l’uomo polvere della terra (adamà)” ed è scritto pure: “un Altare di terra (adamà) farai per Me[3]”;
Dato che, quando si tratta dell’Altare è detto Adamà, anche per l’uomo è detto Adamà, si deduce che, se l’Altare è considerato sacro, in quanto era il luogo dove, nel Santuario di Gerusalemme si offrivano i sacrifici, anche il corpo dell’uomo è considerato sacro. 


Di Rav Alberto Sermoneta

Nel libro di Bereshit, al capitolo 26 versetto 17, troviamo narrato un episodio in cui il Patriarca Isacco, riprende un’opera di suo padre Abramo dopo essersi conteso con i Filistei, dei pozzi scavati da suo padre.


Il verbo galam significa in ebraico “avvolgere”, “prendere corpo”; la parola così formata può significare molte cose: dal concetto di “massa informe” assume l’eccezione di “bozzolo”, “embrione”, “materia grezza”.
In ebraico comune, già attestato nella mishnah, può significare anche “tonto”, “scemo”.
Nel folklore ebraico questa parola designa quella creatura inanimata foggiata con la terra che, in virtù del nome divino appostogli sotto la lingua o anche solo di alcune lettere ebraiche incise in fronte, prendeva vita.

giustizia
Di Rav Alberto Sermoneta

Tutti siamo pronti ad assumerci le responsabilità, tutti ci responsabilizziamo quando ci troviamo davanti qualcosa, davanti ad un fatto magari da testimoniare, ma tutti non sappiamo cosa significa, con esattezza invece “giustizia”.
Questi due termini “giustizia e responsabilità” che hanno un metro di paragone apparentemente simile, possono invece avere parametri completamente diversi se riferiti a noi uomini o se riferiti a Colui che è al di sopra di noi: all'Eterno.


Di Ines Miriam Marach

Riadattamento di una lezione tenuta, presso la Comunità ebraica di Bologna all’interno del ciclo “Donne ed ebraismo” nell’aprile 2007.
Le movimentate e a volte rocambolesche vicende di Donna Gracia Mendes, la Seniora, figura femminile emblematica del XVI secolo, sono state fonte d’ispirazione per tanti scrittori di romanzi di avventura; la sua vita è sicuramente stata un romanzo ed il suo essere marrana, cioè appartenente a due identità così differenti e differenziate l’ha consegnata alla storia come modello attivo di donna, forse precursore dell’emancipazione femminile e vivace protagonista all’interno della società del suo tempo.