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Di Marco Del Monte

E’ scritto nel Talmud, in Masechet Chullin pagina 139b: “Dove troviamo un riferimento ad Haman nella Torà? Nel verso di Bereshit 3,11 che dice “Hamin Haetz Asher Tzivviticha leviltì achal mimmenu, achalta?” “Hai forse mangiato dell’albero del quale ti avevo ordinato di non mangiare?”.

Il verso di Bereshit presenta la parola “Hamin” la quale si scrive come “Haman” e da qui il riferimento della Torà ad Haman; ma cosa significa tutto questo, che legame c’è fra questi due contesti? L’albero di cui si cibarono Adam e Chavvà era l’albero del bene e del male, il bene già si conosceva, “Vayar E-lokim ki tov” “Vide il Signore che era il bene”, l’elemento nuovo quindi che viene introdotto nel mondo è il “male” che cerca costantemente di sopraffare il bene, anche questo ha la sua funzione nel Tikun generale del mondo ma questo è un altro argomento. Il male quindi viene incarnato da Haman, l’Haman di ogni generazione, Bechol dor Vador, quello che sia alza in ogni epoca per sterminarci, lo stesso Hamman che nonostante abbia tutto, il suo obiettivo primario è che Mordechai si inchini a lui, nonostante tutto il suo benessere afferma: “Tutto questo non vale niente per me ogni volta che vedo l’ebreo Mordechai” (Ester 5,13), tutta la sua vita non gli sembrava più importante, solo per il fatto che Mordechai non si inchinava. Commentando la pagina della ghemarà di Chullin (139b), Rashi ci spiega che l’uso della parola “Hamin Haetz” “forse che dall’albero”, riferita ad Haman, è stata messa proprio vicino alla parola “Haetz” albero, perché è lo stesso termine che viene usato per nominare la forca che Haman preparò per Mordechai, sulla quale Haman stesso fu impiccato: “Etz Gavoa Hamishim amma” “Un albero/forca alto 50 ammà”, quindi Rashì ci dice che già all’inizio della nascita del male, già Hashem ci viene a segnalare la sua fine. Proprio per questo Mordechai sapeva ciò, e quindi “Umordechai lo Ichrà velò Istachavvè lo” “ Mordechai non si inginocchiò né si prostrò”. Questa forza viene sia attraverso l’uso di un altro albero cioè “l’Etz Chaym” “l’albero della vita”, cioè la Torà, come è detto “Etz chaym hi lamachazikim ba”” E’ un albero di vita per chi l’afferra” (Mishlè 3,18); sia attraverso l’azione che richiese Ester a Mordechai: “Va e riunisci tutti gli Yehudim” (Ester 4,15). Proprio per questo dissero gli amici di Hamman a lui: “Se Mordechai, davanti al quale hai cominciato a cadere, è di stirpe ebraica, non lo vincerai; cadrai davanti a lui nella tua rovina” (Ester 6,13), anche loro sapevano che lo sterminio di Am Israel è destinato a fallire.
Beezrat Hashem con l’augurio che possa venire presto il Mashiach e cessare il male di ogni generazione presto ai nostri giorni Amen!
Shabbat Shalom Umevorach