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Di Marco Del Monte

“Emersero dal fiume sette vacche grasse […] Emersero altre sette vacche smunte […] Ecco sette spighe belle […] Dietro di esse spuntarono altre sette spighe rinsecchite”.

Non esiste il caso nella Torà, infatti la parola “Mikrè”, anagrammata, può leggersi come “Rak me H”, cioè “solo da Hashem”, come a dire che ogni cosa può succedere solamente attraverso lo svolgersi di un piano Divino mai fortuito, mai casuale. Non a caso la nostra Parashà viene sempre letta nel periodo di Chanukkà. Esiste un filo logico molto importante tra la visione del Faraone e Chanukkà, potremmo dire addirittura che il significato di Chanukkà rappresenta l’AntiEgitto. Come viene descritto nei sogni del faraone, esiste sempre una dinamica basata sul numero sette: le vacche sono sette e le spighe sono sette; proprio per questo Yosef risponderà al Faraone nominando il nome di D.o “E-lokim”: “Biladay E-lokim yaanè”Non sono io ma Il Signore risponderà; “Et Asher haE-lokim osè higid leFarò” “Il Signore ha rivelato al faraone ciò che è in procinto di fare”. Ma cosa significa questo? Kadosh Baruch Hu creò il mondo in sette giorni ed usò sempre il Suo nome E-lokim: il numero sette rappresenta la creazione del mondo materiale e delle leggi naturali, fisiche, fisse; il nome E-lokim ha valore numerico di 86 come la parola “Hatevà” “La natura”. Quindi ogni legge scientifica, misurabile, si riferisce a questo schema, a questo concetto del “naturale svolgersi degli eventi”. Le divinità stesse dell’Egitto erano rappresentanti fenomeni naturali: Un fiume, il Nilo; la notte; il sole e così via. Chanukkà invece rappresenta il numero 8, cioè il superamento della natura, il Sovrannaturale, dove l’olio che deve durare un solo giorno ne dura otto, un gruppetto di persone sconfigge un grande esercito, dove la santità sconfigge l’impurità. Non è casuale nemmeno il nome di questo gruppetto di uomini il cui motto è insito nel loro nome: MA.KA.B.I. מ.כ.ב.י. le cui lettere sono l’acronimo della frase “Mi Kamocha Baelim Hashem”, “Chi è come te tra le divinità oh Hashem (Adokai)”. Si usa il nome Tetragrammato il quale rappresenta appunto il sovrannaturale, il miracoloso, lo stravolgimento di ogni legge naturale, tutto ciò manifestato per antonomasia proprio in Egitto. Non a caso il nome E-lokim ha lo stesso valore numerico di “Kelì Hashem (Adokai)” “ Strumento del nome di D.o Tetragrammato”, cioè il nome
E-lokim, ovvero la natura e le sue leggi, rappresenta solo uno strumento in mano al nome Tetragrammato, e quando Hashem vuole, può stravolgere ogni legge. Non a caso il nome Mitzraim, Egitto, si può leggere anche come “Metzarim”, Ristrettezze. Come si dice: E’ stato più facile togliere gli Ebrei dall’Egitto che l’Egitto dagli Ebrei”, proprio per questo abbiamo bisogno di Chanukkà, ogni giorno, ogni momento, proprio per uscire da quella ristrettezza mentale che difficilmente ci può far capire che in ogni istante Kadosh Baruch Hu opera miracoli.
Con L’augurio che in ognuno di noi possa la luce di Chanukkà illuminare il cuore e la mente e ricevere ogni miracolo che si desidera. Nes Gadol Hayà Po!
Shabbat Shalom