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Di Marco Del Monte 

Tratto da una lezione di Rav Yona Metzgher
“Dio chiamò Israele in una visione notturna: “Giacobbe! Giacobbe! Lui rispose: Eccomi! Io sono il Signore, il D-o della [casa] di tuo padre.

Non temere di scendere in Egitto, perché là farò di te una grande nazione. Io stesso scenderò con te in Egitto e Io stesso ti ricondurrò indietro; E la mano di Giuseppe chiuderà i tuoi occhi”. Si interrogano i maestri cosa voglia veramente dirci la Torà con la frase e “Giuseppe chiuderà i tuoi occhi”. Vari maestri ci dicono che sarà Yosef a chiuderei tuoi occhi nel momento che tu ti riunirai ai tuoi padri. Ma lo Zohar ci fornisce un ulteriore spiegazione molto profonda: Questa frase ci vuole indicare il segreto della Lettura dello Shemà”: ovvero il gesto di chiudere gli occhi nel momento in cui pronunciamo la prima frase dello Shemà. Perché dunque chiudiamo gli occhi proprio pronunciando quella frase? Ci spiegano i maestri che chiudiamo gli occhi per concentrarci. E allora ci si potrebbe chiedere perché non chiudiamo gli occhi anche nell’Amidà, forse che non richiede concentrazione?
A questo risponde Shut kol Ariè citando il Nodà Biyudà su Masechet Pesachim pagina 50a, cosi è scritto nel Talmud:” "E l'Eterno Sarà Re su tutta la terra, in quel giorno l'Eterno Sarà Uno solo e il Suo Nome uno" (Zaccaria 14:9). La Ghemara chiede: Questo vuol dire che ora Egli non è uno? Rabbi Aḥa bar Ḥanina disse: "Il Mondo a Venire non è come questo mondo. In questo mondo, sulle buone notizie si recita: Baruch Hatov Vehametiv, Benedetto... Chi E’ Buono e Fa il bene; E sopra le cattive novelle si recita: Baruch Dayam Haemet, Benedetto il Giudice di Verità. Nel Mondo a Venire si reciterà sempre: Benedetto... Chi E’ Buono e Fa il bene.
Esistono due nomi di D.o che rappresentano due Sue qualità: Il Nome Ad-okai, il quale rappresenta la middat harachamim, l’attributo di misericordia; Ed esiste il nome E-lokenu, rappresentante la middat hadin, la qualità della rigorosità e del giudizio. In questo mondo la nostra “visione” non è corretta, a volte vediamo qualche accadimento brutto e lo giudichiamo come negativo, quindi interpretandolo come una mera rappresentazione dell’attributo del giudizio. Mentre quando vediamo qualcosa di buono crediamo che possa essere positivo, interpretandolo come una mera rappresentazione dell’attributo della misericordia. Nella lettura del Primo verso dello Shemà noi diciamo che A-dokai è anche Elo-kenu ed Elokenu è anche Adokai perche sono Echad, Uno: si ristruttura quindi tutto un gioco delle parti e dei significati su cosa sia veramente bene e male, misericordia e rigore. Ecco perché chiudiamo gli occhi recitando questo verso, non dobbiamo “distrarci” dalla visione “distorta” di questo mondo: quando sarà il mondo avvenire non avremo bisogno di chiudere gli occhi, poiché loro saranno aperti e si capirà finalmente che tutto, ogni cosa, è per il nostro bene, allora potremmo recitare solo Baruch Hatov Vehametiv, Benedetto Colui che è Buono e Fa del Bene; ma perché aspettare l’olam abbà, anticipiamo i tempi e apriamo gli occhi già in questo mondo, questo ci insegna Yosef, anche se ha dovuto subire angherie, schiavitù e sofferenze ha sempre creduto che Hashem ha operato in questo modo solo ed esclusivamente per il suo Bene, E Yosef metterà la mano sui tuoi occhi, non per chiuderli ma per aprirceli, Shemà Israel A-dokai E-lokenu Adokai Echad!

Shabbat Shalom Umevorach