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Di Marco Del Monte

“Questo mese sarà per voi il primo dei mesi dell’anno” (Es.12,2)

In questa Parashà si descrive la prima Mitzvà collettiva del popolo d’Israel: già era stata data ad Adamo la Mitzvà di crescere e moltiplicarsi, ma secondo i chachamim la donna non ne sarebbe obbligata; già era stata data la Mitzvà del Brit Milà ad Abramo, ma una Mitzvà che riguardasse il popolo nella sua interezza la troviamo per la prima volta in questa Parashà.

Il più famoso e prolifico commentatore delle scritture, Rashì, nel primo verso della Torà, Bereshit, ci dice che addirittura la Torà sarebbe dovuta iniziare proprio da qui. Perché Rashi crede questo? E perché la parte iniziale di un libro che racconta il preludio di tutto ciò che esiste avrebbe potuto essere sostituita dal comando del Rosh Hodesh, del Capo mese? A questo ci risponde Rabbì Yaakov Abuchatzeira dicendo che fino ad ora il “tempo” era stabilito da Kadosh Baruch Hu, da qui in poi, scrive Abir Yaakov , tutti i mondi spirituali legati al tempo sono comandati dalla forza di Israel di fissare il giorno delle Festività; infatti il Capo mese veniva fissato in base alla dichiarazione di testimoni che avevano visto la luna nuova, e solo dopo che erano stati fatti dei controlli sulla veridicità delle testimonianze, si dichiarava l’inizio del Capo mese. Quindi il dono della possibilità di fissare il Rosh Hodesh rappresenta il dono della padronanza d’Israel sul tempo: proprio come Bereshit potrebbe rappresentare l’inizio del tempo creato da Hashem, il Rosh Hodesh rappresenta il dono fatto ad Israel di stabilire l’inizio e la scansione del tempo. Il nome di Hashem Tetragrammato racchiude al suo interno le parole Haya, Hovvè, Yhiè cioè passato, presente e futuro, proprio per questo ci dice lo Shulchan Aruch, il codice di leggi ebraiche scritto da Rabbi Yosef Caro, che ogni volta che pronunciamo il nome Tetragrammato dobbiamo proprio avere la Kavvanà, la sacra intenzione, di pensare che Lui Era, È, e Sarà. Questo uno dei significati del nome di Hashem, le tre fasi del tempo: il passato il presente ed il futuro, poter stabilire il tempo in questo mondo potrebbe rappresentare il portare il nome di Hashem nella nostra vita quotidiana: Fissare le tempistiche di quando osservare le feste e le mitzvot relative, equivale a fissare il nome di Hashem, che rappresenta il tempo, in questo mondo. Pensiamo che una Mitzvà vale se compiuta solo nel tempo giusto, una sukkà durante il mese di Nissan sarebbe semplicemente una capanna, ma durante Sukkot diventa il palazzo di Hashem, come si vede dal valore numerico di Sukkà (91) che equivale alle parole “Hechal Hashem” “Il Palazzo di Hashem”. Quindi chi non ricorda il passato o lo distorce e come se alterasse, Chas veshalom, il nome di Hashem, ecco perché la Torà ci ripete sempre il comando di “Zachor” “Ricorda”, senza il passato ci sarebbe una mancanza nel Nome di D.o Chas Veshalom. Il Rosh Hodesh diviene quindi un giorno di lode e ringraziamento ad Hashem per questo splendido dono, proprio per questo nelle iniziali delle parole “Hu Lachem Lechodshè” “sarà per voi (il primo) dei mesi” troviamo la parola “Hallel”, cioè quell’insieme di Salmi che leggiamo proprio a Rosh Hodesh, inoltre questo giorno è dato come espiazione dalle colpe, come è scritto nelle finali delle parole “Hachodesh Hazè” “questo mese” che hanno il volere numerico corrispondente alla parola “Kapparà” “Espiazione” (sefer Pituchè Hotam, Abir Yaakov).
Con l’augurio che possiate fissare il tempo nelle vostre vite ovvero possiate fissare sempre il Nome di Hashem su di voi e che porti espiazione Berachà e Hallel, cioè canti di Gioia “Per Sempre”!


Shabbat Shalom Umevorach