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Di Moshè Marco Del Monte

“E questi saranno gli statuti che presenterai davanti a loro”. Spiega Rashi che scrivendo la Torà “E questi” vuole congiungere queste leggi alle precedenti, cioè ai Dieci Comandamenti affermando che così come i Dieci Comandamenti sono stati dati sul Sinai anche queste leggi sono state date sul Sinai.

“Presenterai davanti a loro”, il termine davanti può essere compreso attraverso varie interpretazioni: Queste leggi così importanti, debbono costantemente essere poste ogni istante nel pensiero quotidiano, come è scritto “Shivviti Hashem Leghdì Tamid” “Ho posto Hashem davanti a me sempre”. Per seguire le vie di Kadosh Baruch Hu bisogna costantemente monitorare il proprio operato e ragionare se quella minima azione sia permessa o no, ad esempio, nel momento in cui sto per mangiare, non compio l’atto bestialmente fagocitando cibo, ma mi fermo qualche secondo e benedico Hashem, e prima di benedire ragiono su che Berachà specifica debba recitarsi, inoltre se ho mangiato carne penso, prima di mangiare, se nel cibo è contenuto latte, quindi ad uno Yehudì non è permesso non ragionare, ci deve essere una quotidiana quanto costante riflessione su ogni azione, la pena nel mancare in questo processo rappresenta già la trasgressione come è scritto “En adam over averà ella im ken nichnas bo ruach shetut” “L’uomo non compie una trasgressione se non quando entra in lui uno spirito di stupidità” (Masechet Sota daf 3). Certamente questo processo implica anche una sorta di autocontrollo delle proprie pulsioni e istinti, infatti proprio per questo i chachamim spiegano la parola “Lifnehem” davanti a loro come una continua abnegazione delle proprie volontà rispetto alla volontà di Hashem, prima di ciò che io voglio dovrei chiedermi sempre se è anche ciò che vuole Hashem, e nel caso di discrepanza fra le due volontà (Kiviachol) dovrei anteporre la volontà di Kadosh Baruch Hu come è scritto nel Pirkè Avot “Fai la tua volontà come la Sua”. Secondo l’interpretazione Mistica il termine “Lifnehem” può essere letto come “Prima di loro”, ecco quindi che la prima frase della Parashà può essere letta come “Queste sono le leggi che ci saranno prima di loro”, cioè prima che loro vengano al mondo, infatti, lo Zoar interpreta l’inizio della Parashà spiegando che si tratta delle leggi del Ghilgul, cioè della Reincarnazione. Prima di venire in questo mondo la Neshamà, L’anima, insieme a Kadosh Baruch Hu definisce un percorso che dovrà compiersi per effettuare ciò che viene chiamato “Tikun” “Riparazione”, cioè la rettificazione di atti compiuti precedentemente. Nel momento in cui si è definito ciò, si fa fare all’anima un giuramento. “Sii Tzaddik e non esser Rashà”(Masechet niddà 30 b), come spiegano i Maestri della Chassidut il termine “Mashbiim” “Si fa fare un giuramento” viene letto anche come “Masbiim” “Si riempie, si sazia”, cioè si riempie la Neshamà di un grandissimo potenziale spirituale per essere Tzaddik. Ognuno di noi ha un immenso potenziale Spirituale, ponetelo sempre, “Lifnehem”, di fronte a voi!!!

Shabbat Shalom