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Di Marco Del Monte

Adattato dal testo Peninè Abir Yaakov Perek Tikun Haevarim

“Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, gamba per gamba” (Es. 21,24).
Quando una persona vuole compiere un atto di Teshuvà, di ritorno ad Hashem dalle sue trasgressioni, ed “attaccarsi” al Creatore Benedetto e alle Sue vie, il consiglio migliore che si può dare è quello di osservare oltre che la sua condotta, il suo proprio corpo.

E’ scritto in Giobbe 19,26 “Umibesarì echezè Eloka” “Dalla mia carne vedrò D.o”.
E’ scritto in Shaarè Kedushà Chelek alef, Shaar Alef che esistono 365 nervi e 248 membra “Ruchaniim- Spirituali” che corrispondono ai 365 nervi e alle 248 membra materiali; nell’insieme abbiamo 613 parti che compongono la nostra anima spirituale corrispondente alle 613 parti del corpo materiale, corrispondenti alle 613 Mitzvot, ed ogni “parte” spirituale fornisce nutrimento alle relative parti materiali. Quando è debole la parte spirituale, la radice nutritiva e vitalizzante, si indebolisce anche la parte materiale, e così anche il contrario come è scritto nel libro di Devarim (34,7) riguardo a Moshè: “Moshè aveva 120 anni quando morì; il suo vigore non era venuto meno e non aveva perso la sua originale freschezza”.
Si racconta di un grande Rav che digiunò molti giorni e quando un medico lo vide gli disse: “Caro Rav, lei deve mangiare perché con tutti questi digiuni sta in piedi per miracolo”. Il Rav gli rispose “Caro dottore anche lei, seppur mangiando, sta in piedi per miracolo!”. Ovviamente la Torà ci dice di essere sempre attenti alla nostra salute come è scritto “Venishmartem Meod et Nafshotechem” “Custodirete molto le vostre persone” (Deut. 4,16); non a caso la parola che usa la Torà per indicare la persona nella sua integrità è “Nefesh” che è poi la stessa parola che significa Anima.
Ecco perché i Mekubalim, i Kabbalisti, quando si chiede una berachà per un determinato dolore o malattia (Lo Alenu), chiedono di compiere una determinata Mitzvà o di studiare un argomento di Talmud o Halachà relativo all’organo malato, cioè per rafforzare il nutrimento spirituale che va a risanare la parte materiale, ovviamente sempre in concomitanza con un bravo medico e con delle cure adeguate, ma dove a volte la medicina si stupisce di alcune guarigioni miracolose, la Torà sa benissimo a cosa è dovuto, così come è scritto in Esodo 16,26: “Ki Ani Hashem Rofecha”” Poiché Sono Io Il Signore che sono il tuo Guaritore”. Uno dei grandi maestri della nostra epoca Rav Chayim Kanievsky ZZ”L, a chi aveva male alla testa (Rosh), diceva di studiare qualcosa di Rosh Hashanà, oppure di approfondire gli scritti del Rabbino commentatore chiamato Rosh (si veda sul web numerosi esempi di queste segullot).
Questo uno degli straordinari insegnamenti che dà la Parashà: Occhio per occhio o dente per dente e così via, quando il corpo parla, ascoltiamolo, perché è Hashem che ci sta parlando e ci sta dicendo di rafforzare quell’occhio spirituale che andrà a fortificare l’occhio materiale, così come abbiamo letto nei Midrashim della Parashà della scorsa settimana, che durante la donazione dei 10 Comandamenti chi era cieco riacquistò la vista, chi era sordo riacquistò l’udito e così via.
Con l’augurio che possiamo sempre essere completi spiritualmente e fisicamente, compiendo appieno la volontà di Hashem!
Shabbat Shalom e Hodesh Adar Rishon Tov!!!