Questo sito usa i cookie di terze parti per migliorare i servizi e analizzare il traffico. Le info sulla tua navigazione sono condivise con queste terze parti. Navigando nel sito accetti l'uso dei cookie.

Di Rav Alberto Sermoneta

La parashà di vaerà comprende sette delle dieci piaghe che colpiranno l'Egitto, prima che il faraone si decida, o perlomeno sia costretto a liberare gli ebrei dalla schiavitù.
Nella parashà troviamo scritto:"...e per quanto riguarda le divinità egiziane, farò giustizia di loro ". Leggendo il testo in modo letterale, non troviamo alcuna punizione contro queste divinità bensì, soltanto contro gli egiziani e la loro terra.

Il sangue, le rane, i pidocchi, il miscuglio di belve, la pestilenza, le ulcere e la grandine, colpiscono abitanti e territorio, ma non vi è alcuna descrizione chiara o accenno alcuno alle loro divinità.
Sostengono i commentatori che ognuna delle cose colpite, non sono altro che un simbolismo a quelli che erano gli dei dell'Egitto; infatti il sangue colpisce per primo il fiume Nilo, considerato la divinità per eccellenza.
Le rane simboleggiavano altre divinità che avevano la testa di rana e il corpo di uomo, mentre altre colpirono per primi i sacerdoti, che erano posti al loro servizio.
Tutte si scagliarono contro il faraone, che era la rappresentazione del dio sole, in contrapposizione a ciò che leggeremo nella parashà della prossima settimana, in cui la luna, considerata dagli egizi, una divinità maligna è invece indicata dal Signore D-o, come simbolo di rinnovamento per il nascente popolo ebraico.
L'inizio stesso della nostra parashà, racchiude la volontà divina, di fare giustizia: " Vaidabber Elokim El Moshè vajomer elav anì A' - e D-o parlò a Mosè dicendogli io sono A' ".
Più volte si è spiegato che il nome Elokim, rappresenta la giustizia divina, mentre A' la Sua misericordia.
Il Signore A' usa misericordia verso chi è oppresso e vilipeso, attraverso la Sua giustizia contro chi si comporta in tal modo.
Alcuni commentatori, fanno riferimento al primo capitolo della Genesi, in cui si legge soltanto Elokim: D-o usa tutta la Sua potenza per creare il mondo con giustizia, attraverso le forze della natura, per creare un ambiente ideale e ospitale per l'umanità.
Le stesse forze della natura, contro chi offende l'essere umano, come fece il faraone, vengono usate contro di lui.
Chi cerca di distruggere il Creato, soprattutto l'uomo, viene ripagato con la stessa moneta.
"Middà ke neghed middà: è la legge del "contrappasso"; il faraone tenta di distruggere gli oppressi con ogni modalità, persino tentando di ucciderli, moralmente e fisicamente; per questo viene punito, con l'uso delle sue stesse armi.
Tutto ciò rientra nei piani divini, in quanto, più volte troviamo scritta la previsione di " indurire il cuore del faraone" (massima divinità egizia) per poter poi intervenire, con tutte le Sue forze contro di lui, liberando finalmente il popolo dalla schiavitù.

Shabbat shalom