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Di Marco Del Monte

Adattato dal testo Peninè Abir Yaakov Perek Tikun Haevarim

“Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, gamba per gamba” (Es. 21,24).
Quando una persona vuole compiere un atto di Teshuvà, di ritorno ad Hashem dalle sue trasgressioni, ed “attaccarsi” al Creatore Benedetto e alle Sue vie, il consiglio migliore che si può dare è quello di osservare oltre che la sua condotta, il suo proprio corpo.

Di Rav Alberto Sermoneta

“ ...VE ELLE HA MISHPATIM ASHER TASIM LIFNEHEM”
“ ...E QUESTI SONO GLI STATUTI CHE PORRAI DINNANZI A LORO”.
Nel commentare questo versetto della parashà di Mishpatim, versetto con cui essa inizia, Rashì racconta un midrash in cui il Signore dice a Mosè:
“dopo averti consegnato le Tavole della Legge, con i Dieci Comandamenti e tutta la Torà, non ti salti in mente di consegnarla al popolo di Israele, così come Io la consegno a te, ma tu Mosè hai il dovere di rendergliela il più possibile comprensibile, in modo tale che essi, comprendendola, possano anche accettarla e osservarla.

Di Rav Alberto Sermoneta

"Ve elle ha mishpatim… - E queste sono le leggi che porrai davanti a loro"
Commentando la parashà della scorsa settimana abbiamo posto l'accento sul fatto che sia per le Tavole che su ciò che esse contengono non si parla mai di legge né di comandamenti.
L'insegnamento ci proviene proprio dalle prime parole della parashà che leggeremo questo shabbat che esprimono il termine "mishpat (plur. mishpatim) - legge, statuto".

 


Di Rav Alberto Sermoneta


Nella parashà che leggeremo questo shabbat sono riportate tutte quelle che nei “Dieci Comandamenti” sono chiamate mizvot ben adam le chaverò – le regole fra l’uomo e il suo prossimo.
Esse sono numerose e sono alla base del rapporto sociale fra tutti gli uomini; per questo, i Maestri del Talmud hanno dedicato ad esse la maggior parte dei trattati talmudici, considerati fra i più
voluminosi: Nezikin, Sanedrin, Maccot, Bavà Kammà, Bavà Mezzi’à, Bavà Batrà ecc. essi si basano
tutti sulla parashà di Mishpatim.
Dicevamo la scorsa settimana, nel commentare i secondi cinque Comandamenti che, essi sono quelli più crudi, in quanto sono elencati in ordine dei danni, fisici e morali che un uomo può provocare al suo
amico.

 


Di Rav Alberto Sermoneta

Nella parashà che leggeremo questo shabbat, sono contenute tutte le leggi che regolano il rapporto fra uomo e uomo, uomo e servo, uomo e animali.Essa è considerata un vero e proprio manuale di diritto, in cui sono disciplinate le leggi che vigono all’interno di una società civile.Dopo il Decalogo, contenuto nella parashà che abbiamo letto la scorsa settimana, che detta delle regole più intime fra uomo e D-o - fra uomo e uomo, la Torà vuole, con la parashà di Mishpatim, dare un codice di procedura civile, penale e un regolamento dei diritti e dei doveri dei servi (lavoratori), in cui non vi siano dubbi su come metterlo in pratica.


Di Rav Alberto Sermoneta

Nella parashà di Mishpatim vengono elencate tutte le mizvot definite “ben adam la chaverò” ossia che riguardano i rapporti fra uomini e regolano quelli fra datore di lavoro e lavoratore (schiavo e padrone in quell’epoca) e anche fra uomini e animali.
La parashà inizia con la lettera vav, “ve elle ha mishpatim” (e questi sono gli statuti), in quanto secondo gli esegeti, si prosegue il discorso iniziato con i Dieci comandamenti, per continuare con le altre leggi della Torà.
A questa parashà si ispirano i trattati più importanti di tutto il Talmud e cioè: Bavà Kammà, Bavà Batrà, Maccot, Sanhedrin, ecc.

Di Rav Alberto Sermoneta

“ VE ELLE HA MISHPATIM ASHER TASIM LIFNEHEM”
“........E QUESTI SONO GLI STATUTI CHE PORRAI DINNANZI A LORO”.
Nel commentare questo versetto della parashà di Mishpatim, versetto con cui essa inizia, Rashì racconta un midrash in cui il Signore dice a Mosè: «dopo averti consegnato le Tavole della Legge, con i Dieci Comandamenti e tutta la Torà, non ti salti in mente di consegnarla al popolo di Israele, così come Io la consegno a te, ma tu Mosè hai il dovere di rendergliela il più possibile comprensibile, in modo tale che essi, comprendendola possano anche accettarla e osservarla».