Questo vademecum non dà risposte né approfondite né erudite, per le quali sono necessari ben altri testi.
Di Rav Alberto Sermoneta
Nel libro di Bereshit, al capitolo 26 versetto 17, troviamo narrato un episodio in cui il Patriarca Isacco, riprende un’opera di suo padre Abramo dopo essersi conteso con i Filistei, dei pozzi scavati da suo padre.
Il verbo galam significa in ebraico “avvolgere”, “prendere corpo”; la parola così formata può significare molte cose: dal concetto di “massa informe” assume l’eccezione di “bozzolo”, “embrione”, “materia grezza”.
In ebraico comune, già attestato nella mishnah, può significare anche “tonto”, “scemo”.
Nel folklore ebraico questa parola designa quella creatura inanimata foggiata con la terra che, in virtù del nome divino appostogli sotto la lingua o anche solo di alcune lettere ebraiche incise in fronte, prendeva vita.
Di Rav Alberto Sermoneta
Tutti siamo pronti ad assumerci le responsabilità, tutti ci responsabilizziamo quando ci troviamo davanti qualcosa, davanti ad un fatto magari da testimoniare, ma tutti non sappiamo cosa significa, con esattezza invece “giustizia”.
Questi due termini “giustizia e responsabilità” che hanno un metro di paragone apparentemente simile, possono invece avere parametri completamente diversi se riferiti a noi uomini o se riferiti a Colui che è al di sopra di noi: all'Eterno.
Di Ines Miriam Marach
© 2024 Comunità Ebraica di Bologna