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Di Rav Alberto Sermoneta, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Bologna

Al capitolo 23 del libro della Genesi, troviamo narrata la morte della matriarca Sara, moglie di Abramo.
Nel capitolo vengono narrate le peripezie di Abramo, per poter ottenere un pezzo di terreno per seppellire sua moglie, luogo che diventerà in seguito, nel corso della storia, la dimora e terra dei Patriarchi e delle loro mogli.
La grotta di Machpelah che si trova a Hebron è il simbolo per eccellenza del cimitero ebraico, è forse il primo cimitero della storia del popolo ebraico.

Storia, caratteristiche ed emergenze storico artistiche
Nota di Andrea Morpurgo

Nel corso dei secoli gli studiosi parlano di antichi cimiteri ebraici a Bologna, il più importante dei quali sarebbe stato quello cinquecentesco dell’attuale via Orfeo presso un convento di monache. Da questo cimitero deriverebbero le quattro lapidi monumentali conservate presso il Museo Civico Medievale di Bologna.

Articolo pubblicato su Moked dopo un'intervista all'Arch Daniele de Paz da Daniela Gross (Moked, gennaio 2009)

Antiche lapidi dissestate e rese illeggibili dal tempo. Alberi e arbusti così folti da sommergere le tombe. Vialetti spesso impercorribili. Si presentava così, fino un anno fa, lo storico Cimitero ebraico di Bologna edificato a fine Ottocento ai margini della grande cittadella cemeteriale della Certosa.

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali in seguito alla Legge 175 del 2005 ha assegnato un finanziamento alla Comunità Ebraica di Bologna per il restauro del Cimitero. Il progettista incaricato è l’arch. Daniele De Paz dello studio sgLab, il gruppo di progettazione è costituito dall’arch. Camilla Bottino e dall’arch. Andrea Morpurgo; mentre hanno collaborato alla fase preliminare l’ing. Lucio Pardo, l’arch. Gianpaolo Mazzucato, l’ing. David Menasci.

Dopo una prima fase di lavori di restauro eseguiti nel 2007, una seconda fase è in corso di progettazione (marzo 2008).
Elaborare una strategia di valorizzazione del cimitero ebraico di Bologna significa non solo impedire il suo progressivo deterioramento ma anche valorizzarlo come bene culturale accessibile a tutti. Dalla promozione della storia e della memoria di questo luogo, sarà possibile sentire ancora il racconto della comunità ebraica bolognese, in un intreccio strettissimo ed originale fra architettura scultura, natura, memorie pubbliche e private.