Questo sito usa i cookie di terze parti per migliorare i servizi e analizzare il traffico. Le info sulla tua navigazione sono condivise con queste terze parti. Navigando nel sito accetti l'uso dei cookie.

Di Marco Del Monte

Tra gli argomenti della Parashà troviamo la morte di Miriam e contiguamente il famoso episodio di Moshè con la roccia battuta, il quale gli causerà il non entrare in Israele.
Ci sono molti elementi interessanti che emergono dal confronto tra Moshè e Miriam e dalla dinamica che intercorre tra la Parola e l’Acqua.

Di Rav Alberto Sermoneta

"Va jeshev ha am be kaddesh, va jamot sham Miriam va tikaver sham. Velò hajà maim la edà - E il popolo risiedette in Kadesh e lì morì Miriam e fu sepolta lì e non vi fu acqua per la congregazione" 

Di Rav Alberto Sermoneta

Fra le problematiche più discusse della parashà di Chukkat, c’è il brano “nechash ha nechoshet – il serpente di bronzo”: si racconta che il popolo si lamentasse contro Mosè ed Aaron per la mancanza di cibo e di acqua, sostenendo che, all’infuori della manna non vi era altro di cui nutrirsi.

Di Rav Alberto Sermoneta

“Dal momento che non avete avuto fiducia in me di santificato agli occhi dei figli di Israele, dunque non porterete questa congrega verso la terra che ho dato loro" (Bemidbàr 20;12)

Di Rav Alberto Sermoneta

"Va tamot sham Miriam va ti kaver sham - E morì li Miriam e fu seppellita lì"

Di Moshè Marco Del Monte

Questa settimana leggeremo due Parashot: Chukkat e Balak.


Di Rav Alberto Sermoneta

“Zot chukkat ha Torà - Questo è lo statuto della Torà"
Con queste parole inizia la parashà che leggeremo questo shabbat.
La parola "chukkat" viene tradotta "legge-statuto", ma in realtà deriverebbe, secondo una interpretazione rabbinica, dal verbo "le chacchech" che significa "scolpire sulla pietra".
"Chok velò jaavor - Ciò che è scolpito non verrà trasgredito" dice il salmo; cioè, l'intento della Torà è quello di far sì che certe mizvot, ritenute troppo difficili o addirittura incomprensibili, non possano essere tralasciate.
Nella parashà si parla due volte di animali: la prima a proposito della vacca rossa, la cui finalità era quella di purificare chi era impuro, mentre chi era puro, toccando l'acqua della vacca rossa, diventava impuro.