La seconda parte della Bibbia ebraica si chiama “Profeti” (“Neviim” in ebraico). Comporta da un lato dei primi profeti (Giosué, Giudici, Samuele I e II, Re I e II) che sono i libri storici che contengono le biografie e dall’altro gli ultimi profeti che sono i monumenti letterari di un’attività profetica sviluppata tra il VIII e il V secolo prima dell’era cristiana.
Quest’ultimo gruppo include i tre grandi profeti, che sono Isaia, Geremia, Ezechiele ma anche Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia).
Le scritture profetiche contengono inoltre delle esortazioni, arringhe, predizioni, visioni che possono essere delle messe in guardia di un castigo avvenire, degli annunci di consolazione e di liberazione o delle denuncie di peccati. Il profeta biblico è il portavoce di Dio verso la comunità non solo ebraica ma anche umana.
Fonte: CICAD