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Di Rav Alberto Sermoneta

La Mishnà n°. 12 (secondo alcuni n°. 13) del quarto capitolo dei pirkè avot ci insegna una massima che deve farci riflettere moltissimo:
“Rabby El’azar figlio di Shamu’a affermava: sia l’onore del tuo discepolo caro a te come quello tuo e l’onore del tuo amico come quello del tuo maestro ed il timore per il tuo maestro come quello del Cielo”.

Solitamente avviene, soprattutto in alcuni ambienti, che più un insegnante è famoso ed importante e meno considera i suoi alunni trattandoli a volte con insufficienza.
In questa mishnà, noi notiamo che Rabby El’azar, fa una equivalenza dell’onore del prossimo, paragonandolo, prima a se stesso, poi al Maestro e quindi al Cielo, cioè a D-o.
Questo ci insegna che la mancanza di considerazione nei confronti di chi si trova nella scala gerarchica al di sotto di noi stessi, porta a mancare di rispetto persino a D-o.
Sono tre gli esempi che noi riceviamo dalla Torà a proposito di ciò che Rabby El’azar sostiene e sono nel comportamento di Aaron verso Mosè e di Mosè verso Giosuè, i quali si rivolsero a loro volta relativamente in senso di massimo rispetto.
Mosè, per sostenere la guerra contro ‘Amalek si rivolge a Giosuè dicendogli: “scegli per noi degli uomini”; avrebbe potuto dire “scegli per me degli uomini”- ma considerando Giosuè, non un suo discepolo, ma uno alla sua pari, usa il verbo al plurale.
L’altro esempio sta nel rapporto fra Mosè ed Aaron, il quale, nonostante fosse più grande di età di Mosè, gli si rivolge dicendogli “di grazia o mio signore”.
Il terzo esempio lo troviamo quando Giosuè, vede due uomini che stavano profetizzando in mezzo all’accampamento (cosa che secondo lui era di diritto soltanto a Mosè), rivolgendosi a Mosè gli dice “mio signore Mosè arrestali!”.
In questo caso, Giosuè considera la mancanza di rispetto di costoro verso Mosè, come una mancanza verso D-o e per ciò, secondo lui andrebbe punita.
Per cui, sostengono i Maestri che ogni uomo non è uguale all’altro, ma per il rapporto dell’ uno verso l’altro, va sempre tenuto in considerazione la sacralità dell’essere umano e delle sue funzioni in relazione alla società.