Di Carlo Greppi
Presso il Museo Ebraico di Bologna
Ore 17.30
Oltre all'autore interverranno Gianni Sofri, Università di Bologna, e Francesca Sofia, Università di Bologna.
Tra il 1943 e il 1945 più di trentamila persone - uomini, donne, vecchi e bambini - affollano le stazioni dell'Italia centro-settentrionale e partono verso l'ignoto, stipate su treni merci e carri bestiame. L'appassionante studio di Carlo Greppi ricostruisce proprio questa fase essenziale nell'esperienza dei deportati e nella memoria dei salvati, il viaggio verso il lager, e lo fa ripercorrendo le vicende di decine di comunità viaggianti, attraverso le voci di centoventi sopravvissuti.
Lo scorrere angosciato del tempo nei vagoni piombati, dove i nazisti sono solo figure sfocate, riempie le narrazioni dei testimoni e accompagna il racconto dei comportamenti dei fascisti, della foza pubblica, dei ferrovieri e della popolazioni civile. Durante il tragitto e lungo le rotaie, infatti, questi naufraghi spaesati incontrano uomini e donne capaci di gesti di grande coraggio, ma anche di codardia e di indifferenza. Il racconto del viaggio diventa così l'istantanea di un abbraccio, di una mano tesa, di una lima nascosta, di un sorriso, ma anche di uno sguardo che si distoglie, di una lacrima, di uno sputo. E' il ricordo dell'umanità che si incrina, il canto del cigno della normalità.
Viaggiando verso i reticolati d'oltralpe, i deportati fanno amicizia e tentano la fuga, litigano e cantano, ridono e piangono, mentre cercano di catturare le ultime immagini di un mondo che si allontana lentamente e per sempre dietro le loro spalle. E le voci intrecciate dei reduci, che in queste pagine rievocano il profumo della libertà e la dignità che svanisce, si trasformano in un grido ostinato in difesa della condizione umana. Gli scritti dei deportati si rincorrono in un inedito mosaico memoriale, schiudendo ai nostri occhi una geografia della sofferenza, che ci commuove e ci indigna. E che ha molto da dire al nostro presente.
Carlo Greppi (Torino, 1982): dottorando in Studi storici presso l'Università di Torino e membro del Comitato scientifico dell'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea "Giorgio Agosti". Oltre a fare ricerca si occupa parallelamente della formazione di docenti e studenti in vari ambiti (dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo alla Scuola Holden), e in particolare, dopo aver accompagnato per cinque anni migliaia di ragazzi ad Auschwitz con il Treno della Memoria, ha fondato con dodici "compagni di viaggio" l'associazione Deina, di cui attualmente ne è presidente - con la quale continua a organizzare viaggi della memoria.